Pernigotti: incognite sul futuro aziendale
Cassa integrazione a rotazione e produzione ridotta
NOVI LIGURE – Tutti i lavoratori della Pernigotti, in questo periodo, sono in cassa integrazione a rotazione ma la crisi generale causata dall’emergenza sanitaria potrebbe prolungare la fase di stallo che da normale diventerebbe eccezionale. Da giugno dovrebbe partire la consueta produzione di cioccolato in vista della campagna natalizia, mentre per il settore del gelato la situazione è più complicata a causa delle chiusure delle gelaterie e della riduzione degli ordini da parte di Optima, che l’anno scorso aveva acquistato marchio e rete commerciale del comparto “Ice & Pastry” dell’azienda novese. Dalla complicata vicenda è stato per il momento escluso l’imprenditore romagnolo Giordano Emendatori fortemente interessato all’acquisto.
Si è così aperto un contenzioso davanti al Tribunale di Milano con relativa udienza preliminare rimandata a data da destinarsi a causa del “Coronavirus”. Emendatori chiede il sequestro del marchio dei gelati e i macchinari ceduti alla Optima, perché considera illegittima l’operazione.
A questo punto la speranza da parte dei sindacati è di avere, per il mese di giugno, più operai in fabbrica rispetto a quelli che ci sono attualmente, a meno che la crisi generale non costringa l’azienda a prolungare ancora per nove settimane la cassa integrazione. Se la produzione non dovesse ripartire, resterebbero senza lavoro e senza ammortizzatori gli interinali che da fine marzo sono in attesa dell’estate per la nuova stagione. Intanto, dopo l’intensa attività legata alla Pasqua, terminata a inizio marzo, questi mesi solitamente corrispondono alla bassa stagione e i lavoratori della storica azienda dolciaria novese sono in attesa di sapere quale sarà il loro futuro. Ci sono poi ancora altre novità. Come tutti sanno, continua a crescere il trend delle aziende italiane all’estero: non solo multinazionali ma anche piccole e medie imprese che scelgono di delocalizzare la produzione e aprirsi a nuovi mercati.
Mentre è diffusa la credenza che gli imprenditori italiani emigrino prevalentemente verso i paesi dell’Est Europa per abbattere i costi di produzione e pagare meno tasse, i principali paesi di destinazione delle aziende, in realtà, sono: Stati Uniti, Francia, Spagna, Germania, Regno Unito e Cina.
Tra le ditte più famose che hanno “emigrato” ci sono Lurisia, Buitoni, Perugina, Motta, San Pellegrino, Peroni, Algida, Moretti, Bertolli, Stock, Garofalo, Galbani e molte altre.
Adesso, anche la “Pernigotti”, fondata nel lontano 1868 da Stefano Pernigotti, famosa nel mondo per il suo inimitabile “Gianduiotto”, sta per passare sotto il controllo di “Sagra Holding”, società con sede in Lussemburgo, che appartiene alla famiglia turca Toksoz.
Quali conseguenze ci saranno per la “novesità”? Per il momento i sindacati non sembrano preoccupati e restano in attesa di sviluppi.
Vittorio Daghino