«Prego per voi e con voi e per chi vi assiste»
Il vescovo, in visita alla Fondazione Maugeri di Montescano, ha incontrato i malati
MONTESCANO – «Sono qui per portare la mia vicinanza, il mio affetto e il mio abbraccio a tutti voi». Ha detto così il vescovo, Monsignor Guido Marini, che lunedì scorso è stato in Oltrepò pavese in visita alla Fondazione Maugeri di Montescano. Accompagnato dal direttore Danilo Vazzano, dai membri della dirigenza e dallo staff della struttura, è entrato nei vari reparti, fermandosi a salutare il personale in servizio e i pazienti nelle camere per portare loro il suo conforto e la sua benedizione. Al termine degli incontri, nei locali accanto alla terrazza esterna, il vescovo ha celebrato la Messa; con lui il parroco di Montescano, don Carlo Valle, quello di Santa Maria della Versa, don Bruno Scanarotti, e l’arciprete di Stradella, don Gianluca Vernetti. Il coro dei dipendenti e un cardiologo-tenore hanno animato con il canto la celebrazione.
«Sono molto contento di essere qui e di avere avuto la possibilità di visitare i reparti di questa struttura così bella e importante del nostro territorio per pregare con voi e per voi. – ha aggiunto il presule – Desidero ricordare al Signore voi, ma anche tutti coloro che operano al servizio degli ospiti, medici, infermieri, personale amministrativo e volontari, e tutte le famiglie». Poi, commentando il brano di Vangelo della festa di San Tommaso, si è soffermato sulle parole «Mio Signore e mio Dio» che l’apostolo pronuncia dopo aver riconosciuto Gesù Risorto: «Un tempo ci insegnavano a ripetere queste parole durante la consacrazione proprio per riconoscere la presenza di Gesù tra noi. – ha sottolineato il vescovo – Ora vogliamo farle nostre per dire che Gesù è con me e riconosco di averlo vicino, per riaffermare la nostra gioia di avere il Signore con noi». Inoltre, prendendo spunto da un racconto di Madre Teresa di Calcutta con protagonista una donna che viveva per strada a Calcutta e che, nonostante tanta diffidenza, ha visto e incontrato Dio nell’amore di quelle suore, perché le suore vedevano in lei il volto del Signore, il vescovo ha rivolto un augurio a personale e ospiti della struttura: «In ogni realtà dove si sperimentano la sofferenza, la malattia e il bisogno, questa esperienza reciproca dovrebbe essere quotidiana. – ha concluso Mons. Marini – Chi non sta bene dovrebbe sperimentare nel volto e nei gesti del personale l’amore del Signore, mentre ogni operatore che si prende cura della persona malata dovrebbe farlo dicendo dentro di sé “Mio Signore e mio Dio” per trovare le ragioni profonde di quello che ogni giorno fa per chi è nel bisogno».
Oliviero Maggi