Professione temporanea dei Frati Cappuccini

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La cerimonia al Santuario della Madonna della Guardia di Tortona per 12 novizi dei Frati Minori

TORTONA – “Accipicchia!”… Con questa espressione, magari non propriamente liturgica, ma certamente capace di manifestare tutta l’emozione e la sorpresa, fr. Edy Rossi Pedruzzi (Custode della Svizzera Italiana) iniziava la celebrazione nella quale i dodici novizi dei Frati Minori Cappuccini di Tortona hanno emesso la loro professione temporanea il 9 settembre, nel Santuario della Madonna della Guardia, gremito in ogni ordine di posti, complice non solo il numero dei “profitenti” (con il loro stuolo di parenti), ma anche l’affetto che hanno saputo conquistarsi con la loro presenza e simpatia (e non da ultimo la perizia musicale) tra le gente di Tortona.

Poi, per nulla secondario, si aggiunge anche la bellezza della fraternità, che in momenti come questo si rende evidente. E proprio questo aspetto – a detta di qualche famigliare che l’indomani aveva ancora gli occhi lucidi per l’emozione – in particolar modo al momento dell’abbraccio di accoglienza, è rimasto maggiormente scolpito nel cuore e nella mente dei presenti. Magari noi frati siamo un po’ “scafati”, e pare che non ci badiamo, però son convinto che anche per noi “più grandi” il momento in cui si stringe il professo in un abbraccio che sa di affetto, augurio, partecipazione, fa ancora un certo che. “Mi affido con tutto il cuore a questa fraternità”: lo hanno detto e ne saranno via via consapevoli, nella certezza che anche i fratelli si affidano con tutto il cuore a loro.

La celebrazione, sempre profonda ed efficace nella sua semplicità, è stata animata dalla regia sapiente e discreta di fr. Roberto Rac-cagni Rossi, guardiano di Novara, alle cui dipendenze si muovevano da parere esperti i novizi che da poco (28 agosto scorso) hanno iniziato il loro cammino. Gli studenti di Milano e di Scandiano (con appropriate aggiunte femminili) hanno assicurato da parte loro la parte canora. A presiedere fr. Edy (particolarmente emozionato anche perché il 15 settembre festeggiava il 25° di professione), attorniato dai ministri provinciali del Nord Italia, della Croazia, della Slovenia e della Svizzera.

Un plauso va alla loro tenuta fisica: erano giunti da poco dalle fatiche romane (e assisane) del Capitolo Generale, e assieme a loro, altri fratelli capitolari. Dopo la foto di rito e i fugaci saluti, infatti, sono ripartiti per l’Urbe, in “ossequio” al programma. Il momento clou della Professione (emozionate mani profitenti tra altrettanto emozionate mani provinciali) non ha visto grossi scossoni emotivi, anche se – siamo certi – il magone deve essere stato evidente, e qualche incrinatura vocale non è mancata. A rendere ancor più cattolica la celebrazione ci ha pensato la lettura di alcune preghiere dei fedeli in rumeno, croato e sloveno: non era cosa del tipo “lavoro per tutti”, ma la bellezza della fraternità universale, oltre i labili confini geografici e il sangue, che pur non mente… A rendere più vera la celebrazione, la presenza anche di alcuni ospiti del Piccolo Cottolengo, con i quali i professi quest’anno hanno fatto un pezzo di strada non indifferente.

Dopo la “pia confusione cappuccina” (baci, abbracci, foto, promesse per il futuro), quanti hanno potuto si sono ritrovati presso il giardino del Convento, dove era stato preparato il rinfresco sotto la vigile direzione di fr. Pierangelo, locale guardiano. Il ritorno in famiglia dei professi (chi nella serata di domenica, che nella mattinata di lunedì) ha coronato una festa che è risultata bella anche grazie alle condizioni atmosferiche favorevoli (lo scorso anno, pioveva, anche se “professo bagnato professo fortunato”… che ne sarà di questi?). Ora i nostri “prodi” continueranno la loro formazione prendendola… con filosofia. L’augurio è che non la prendano… sotto gamba!

Fr. Ugo Secondin

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