Pronto il “piano di ripartenza” per l’ex Ilva
Illustrato a Roma da Acciaierie d’Italia alla presenza di tutte le sigle sindacali
NOVI LIGURE – Il ripristino degli impianti, tra cui i due altoforni fermi da mesi a Taranto, e la creazione di una “gestione ordinata” ed efficiente entro la fine del 2024. Questi sono i due obiettivi principali del Piano di Ripartenza degli impianti dell’ex Ilva presentato martedì scorso a Roma dal management di Acciaierie d’Italia in Amministrazione Straordinaria. Il direttore generale, Giuseppe Cavalli, e il direttore delle Risorse Umane, Claudio Picucci, hanno incontrato i rappresentanti delle sigle sindacali nazionali per illustrare gli interventi di manutenzione straordinaria che saranno realizzati, sito per sito, entro la fine dell’anno. Con un apporto economico intorno ai 400 milioni di euro, si procederà al ripristino degli impianti, in primis degli altiforni 1 e 2 di Taranto. Con l’avvio del secondo altoforno a Taranto dopo l’estate, la produzione passerà da 1,5 milioni di tonnellate l’anno a 4 milioni. Sempre nella città pugliese sarà attivo un treno di laminazione a caldo, mentre tutto il laminato a freddo andrà a Genova, raggiungendo dopo l’estate 450 mila tonnellate all’anno e 600 mila tonnellate annuali nella fabbrica di Novi. Tra gli obiettivi del piano anche la “gestione equilibrata e solidale della forza lavoro, anche attraverso un programma specifico di miglioramento delle competenze e della professionalità dei lavoratori”. «C’è stata condivisione sul tema della salute e della sicurezza negli stabilimenti e nell’indotto e questa dovrà essere la priorità con la messa in funzione degli impianti.– commenta Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil – Nelle prossime settimane ci saranno incontri stabilimento per stabilimento per la verifica e la discussione sugli interventi prioritari, poi un ulteriore incontro prima della discussione sulla cassa integrazione al Ministero del Lavoro». I referenti dell’azienda hanno inoltre sottolineato la volontà di raggiungere, entro metà giugno, un accordo formale e dettagliato con i sindacati. Un obiettivo che fa sperare in un cambio di rotta sul piano delle relazioni sindacali, soprattutto in vista della nuova procedura di cassa integrazione, in merito alla quale i sindacati hanno più volte chiesto che sia gestita in maniera diversa rispetto al passato. Un piano che sulla carta fa ben sperare, ma intanto al momento gli stabilimenti, incluso quello di Novi Ligure, sono fermi a causa della mancanza di materiale che dovrebbe arrivare dallo stabilimento di Taranto, con gran parte dei dipendenti ancora in cassa integrazione. «Lo stabilimento ex Ilva di Novi, un tempo fiore all’occhiello del gruppo e punto centrale dell’economia territoriale, mai come in questo momento sta attraversando un periodo di grande incertezza» ha affermato Giobbe Cardile, rsu Fiom-Cgil nel suo intervento durante le celebrazioni del Primo Maggio a Novi Ligure, alle quali ha presenziato anche il presidente Alberto Cirio per rimarcare il sostegno della Regione ai lavoratori ex Ilva di Novi.
Federica Riccardi