Quale futuro per la Caserma Giorgi?
Molte proposte negli anni, ma senza risultato
NOVI LIGURE – Le caserme dismesse sono oggetto di massima attenzione sia da parte delle amministrazioni comunali sia degli organi competenti dello Stato, per la loro possibilità di essere convertite in strutture utili per la società.
L’Agenzia del Demanio, in un report del 2015, ha calcolato in 1.500 circa le caserme con queste caratteristiche nel nostro Paese, quindi, teoricamente adatte per essere rivisitate e adattate a centri per i migranti, a carceri, ad uffici finanziari e giudiziari. Il Ministero della Difesa si sta già muovendo, eseguendo una ricognizione sulle caserme realmente disponibili per essere trasformate in luoghi di detenzione anche breve, in modo di alleggerire le carceri sovraffollate. I nuovi istituti di detenzione dovrebbero però essere sottoposti a particolari interventi di manutenzione per garantire la sicurezza dei detenuti e questo riduce di molto il numero delle caserme adatte allo scopo.
Tante sono state anche nel passato le proposte per rivitalizzare e dare un senso all’esistenza di un’immensa struttura che oggi appare in una fase di decadimento. Stiamo parlando della “Caserma Giorgi” di Novi Ligure che si sviluppa su una superfice lorda di 21.421 m² dei quali 8.688 m² di sedime. Molti ricorderanno le parole pronunciate con una certa ironia qualche anno fa dall’ex-vicesindaco Guido Trespioli: «Affinché si possano fare avanti le forze imprenditoriali occorre che il Demanio risponda in fretta, prima che la questione diventi di competenza dei “Beni archeologici”, poiché la Giorgi sta letteralmente cadendo a pezzi e occorrerebbe intervenire in tempi brevi».
In questi anni nulla si è mosso! Oltre alla trasformazione di parte delle quattro palazzine in polo didattico, nel tempo altre ipotesi sono state avanzate, come quella di sfruttare gli ex locali militari come sede municipale, accorpando così le due sedi attuali di via Paolo Giacometti e piazza Dellepiane, in pieno centro storico, che potrebbero essere alienate o utilizzate per altre finalità.
Altre idee come un ampio parcheggio con l’occupazione dei locali da parte delle associazioni sportive e di volontariato, un polo sanitario o una vera “cittadella della Salute” al posto della vecchia mutua, rischiano di saltare per dar posto ad una “cittadella della Giustizia” con tanto di carceri per ospitare gli oltre 4.200 detenuti che dovrebbero ancora scontare non più di due anni di pena.
Vittorio Daghino