Quando Carnevale brillava…

Visualizzazioni: 46

Di Silvia Malaspina

Caro il mio buon vecchio Carnevale, sei appena trascorso lasciandomi, come da qualche anno a questa parte, un sentimento di amarezza e nostalgia. Permettimi un amarcord dei Carnevali della mia infanzia: noi bambini iniziavamo ad assediare le mamme per il confezionamento del vestito subito dopo Natale, le vetrine dei (pochissimi) negozi di giocattoli si animavano di sfavillanti abiti di fate, principesse, principi e cavalieri, le vie della città si coloravano di coriandoli e stelle filanti, le nonne impastavano e cuocevano a ciclo continuo chiacchere e frittelle, nei locali imperversavano le serate danzanti mascherate, che prevedevano il premio al travestimento più originale. Ovunque erano in vigore festeggiamenti, di una durata compresa tra i tre giorni e la settimana: nella mia città per anni, nella domenica antecedente il martedì grasso, fu in vigore un’animata sfilata di carri allegorici, la cui preparazione teneva impegnate per mesi le maestranze dei quartieri e delle frazioni, tra i quali si scatenava un’agguerrita competizione. Ricordo che la mia classe di seconda media, sotto la guida del professore di arte, assemblò un enorme e fiammeggiante drago: noi tutti ci infilammo sotto quella montagna di cartapesta e sfilammo per le vie del centro tronfi, orgogliosi e sudatissimi! Il tuo arrivo non comportava vacanze scolastiche, ma era concesso ai più piccini presentarsi in aula mascherati e improvvisare una festicciola durante l’intervallo che, per l’occasione, durava fino all’orario d’uscita. Forse sarà perché mi sono lasciata alle spalle l’infanzia da moltissimo tempo o forse perché non ho più bambini piccoli che mi rendano partecipe della gioia legata al travestimento, ma ho l’impressione, caro Carnevale, che ti sia un po’ intiepidito. Sei rimasto a denominare le “vacanze di carnevale”, che vengono trascorse generalmente nelle località turistiche: le nostre città non mutano aspetto, il grigiore dell’inverno non viene attenuato, restano solo sporadiche manifestazione nei paesi dove sia attiva una volenterosa Pro loco o negli oratori parrocchiali più vivaci. Temo che tu sia in procinto di essere fagocitato dal cugino americano Halloween, che trovo però molto più riduttivo, poiché propone maschere esclusivamente a tema macabro, prive di quella poetica magia fiabesca che ti caratterizzava. Ho visto molti più bambini scorrazzare mascherati nel pomeriggio-sera del 31 ottobre piuttosto che in questi ultimi giorni. Caro Carnevale, stai forse passando di moda? Suvvia, riprenditi: non vorrai che gli zombie d’oltreoceano affossino i nostri sbrilluccichìi di millenaria tradizione?

silviamalaspina@libero.it

Commenti: 0

Il tuo indirizzo mail non sarà reso pubblico. I campi obbligatori sono segnati con *