Questa notte è ancora nostra
di Silvia Malaspina e Carolina Mangiarotti
Non sappiamo se sia a causa dell’“attenzione selettiva” (strategia adottata dal cervello per economizzare le energie mentali, concentrandole su ciò che in una determinata contingenza più coinvolge) ma ci è sembrato che quest’anno gli esami di maturità abbiano avuto grande risonanza. A partire dall’apertura in diretta RAI della busta con le tracce della prima prova scritta, è stato un susseguirsi di interviste ai soliti noti che, con espressioni di “celeste nostalgia”, rimembravano il proprio esame di maturità, di commenti, di polemiche, di appostamenti dei giornalisti all’esterno delle scuole per carpire le prime impressioni degli studenti al termine della prova, quasi si trattasse di un forsennato exit poll elettorale.
Per parte nostra il momento più hot è iniziato intorno alle 21 di martedì 20 giugno quando si è reso evidente l’ineluttabile appropinquarsi della “notte prima degli esami”, in concomitanza con gli inevitabili amarcord della parte della famiglia matura dal tempo in cui Berta filava, miscelati con appassionati consigli, non richiesti e malissimo tollerati, alla maturanda. «Scegli il tema che più ti piace, non fare strani calcoli di opportunismo. Mi ricordo ancora il titolo del tema che scelsi, ero esaltatissima: “La figura femminile nella narrativa italiana tra Otto e Novecento”, che meraviglia!» «Io non mi ricordo il titolo, ma ho ancora ben presente il terrore che uscisse un tema su Leopardi, che odiavo! Occhio al tema di attualità, cerca di non essere banale.» «E basta con questa zuppa! Mi state facendo salire l’ansia, vado nella mia camera a ripassare!» Pur in assenza della maturanda, è proseguito l’iter delle rimembranze che sono affiorate potentemente a rinverdire emozioni e sentimenti che si pensavano sepolti, legati ai sudaticci ripassi con 35 gradi all’ombra e al terrore che venisse cambiata la famigerata “seconda materia” all’orale.
Al termine della prima prova, dopo una mattinata tempestata dai messaggi e dai commenti delle mamme delle varie compagne e amiche – più agitate di quando sostennero l’esame in prima persona – ecco il ritorno vittorioso del prode Achille: «Ho fatto un tema stupendo! Ho scelto la traccia della lettera all’ex ministro dell’istruzione Bianchi sull’esame di maturità. Da quello che ho appurato, solo io l’ho scelto, non ha avuto successo, che peccato! L’ho intitolato “Questa notte è ancora nostra”, come canta Venditti, e ho spiegato che l’esame di maturità deve essere svolto per intero, perché è il coronamento di un lungo percorso non solo di studio, ma anche di crescita. Avevate ragione voi: è l’unico rito di passaggio sopravvissuto ed è un momento che ricorderemo per il resto della vita.»
E quindi “questa notte è ancora nostra” per i maturandi di molti anni ancora!
silviamalaspina@libero.it