Ragazzi, famiglie, malati nella Casa di Maria

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Il Papa a Loreto (lunedì 25 marzo) firma l’esortazione apostolica a conclusione del Sinodo dedicato ai giovani

LORETO – Dieci minuti in preghiera, da solo, in silenzio, come un pellegrino qualsiasi, seduto davanti alla Statua della Madonna e all’altare che celebra il Mistero dell’Annunciazione. È il primo atto della visita di lunedì 25 marzo del Papa a Loreto, che per un giorno è diventata “capitale mondiale” dei giovani grazie alla firma dell’esortazione apostolica, dal titolo “Christus vivit”, a conclusione del Sinodo dedicato ai giovani.

All’interno della Santa Casa, alle 10.15 circa, Papa Francesco ha posto la sua firma sul documento che verrà presentato il 2 aprile anche alla stampa.

Poi ha reso omaggio con una rosa d’oro a Maria e ha “affidato” la copia appena firmata al vescovo, mons. Fabio Dal Cin, presente con il rettore del Santuario, padre Franco Carollo, alla messa celebrata in privato poco prima: nessun Pontefice lo aveva fatto, negli ultimi 162 anni. Subito dopo, l’incontro di Francesco con la comunità dei Frati Cappuccini, custodi della basilica dal 1934.

All’esterno della Santa Casa, tra i banchi del santuario lo aspettavano i malati, tra cui un gruppo della pastorale dei sordi delle Marche.

All’esterno della basilica, invece, lo attendevano i fedeli e i cittadini di Loreto, che hanno ascoltato il suo discorso tra gli applausi e hanno goduto del “fuori programma” del giro in papamobile non solo sul piazzale, ma lungo il percorso che per raggiungerlo compiono ogni giorno i pellegrini da ogni parte del mondo. “Oggi mi metto anch’io tra i pellegrini”, e “ringrazio Dio che me lo ha concesso proprio nella festa dell’Annunciazione”, è l’incipit del discorso di Francesco, in cui oltre ai ringraziamenti alle autorità e al vescovo ha rivolto un saluto speciale ai frati, per il loro “prezioso ministero nel confessionale” svolto in maniera continuativa. La Santa Casa è la casa dei giovani, della famiglia e dei malati, dice il Papa a proposito del Santuario “tanto caro al popolo italiano”, “oasi di silenzio e di pietà” per milioni di persone.

La Santa Casa è la casa dei giovani perché qui Maria, la giovane piena di grazia, “continua a parlare alle nuove generazioni, accompagnando ciascuno nella ricerca della propria vocazione”.

E proprio da questo speciale legame tra Loreto e i giovani è nato il desiderio – rivela Francesco – di firmare qui l’esortazione apostolica frutto del Sinodo a loro dedicato “Nell’evento dell’Annunciazione – spiega il Papa – appare la dinamica della vocazione espressa nei tre momenti che hanno scandito il Sinodo: ascolto della Parolaprogetto di Dio; discernimento; decisione”.

Dio è sempre il primo a prendere l’iniziativa, ricorda Francesco a proposito del primo momento, quello dell’ascolto: la sua voce, però, “non si riconosce nel frastuono e nell’agitazione”, né rimanendo in superficie, “ma scendendo a un livello più profondo, dove agiscono le forze morali e spirituali. È lì che Maria invita i giovani a scendere e a sintonizzarsi con l’azione di Dio”.

Il discernimento ci aiuta invece, come ha fatto Maria, a “scoprire le sorprese di Dio”, cioè a “cogliere tutte le esigenze del progetto di Dio sulla sua vita, a conoscerlo nelle sue sfaccettature”. La decisione è, infine, la risposta di Maria all’angelo: “Avvenga per me secondo la tua parola”. Maria è il modello di ogni vocazione e l’ispiratrice di ogni pastorale vocazionale. E proprio da qui nasce la prima proposta concreta, a 360 gradi, del Papa: fare di Loreto “un polo spirituale a servizio della pastorale vocazionale”, rilanciando il Centro Giovanni Paolo II “a servizio della Chiesa in Italia e a livello internazionale, in continuità con le indicazioni emerse dal Sinodo”.

Un luogo “dove i giovani e i loro educatori possono sentirsi accolti, accompagnati e aiutati a discernere”.

La seconda proposta è rivolta ai Cappuccini: “Estendere l’orario di apertura della Basilica e della Santa Casa durante la tarda serata e l’inizio della notte quando ci sono gruppi di giovani che vengono a pregare e a discernere la loro vocazione”.

“Il Santuario della Santa Casa di Loreto, anche a motivo della sua collocazione geografica al centro della Penisola, si presta per diventare, per la Chiesa che è in Italia, luogo di proposta per una continuazione degli incontri mondiali dei giovani e della famiglia”, il terzo invito di Francesco, secondo il quale “è necessario che all’entusiasmo della preparazione e celebrazione di questi eventi corrisponda poi l’attualizzazione pastorale, che dia corpo alla ricchezza dei contenuti, mediante proposte di approfondimento, di preghiera e di condivisione”.

 

La Casa di Maria è anche la casa della famiglia, prosegue il Papa a proposito della missione essenziale della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Ogni famiglia, nella Santa Casa, “trova accoglienza, ispirazione a vivere la propria identità”.

Famiglia e giovani “non possono essere due settori paralleli della pastorale, ma devono camminare strettamene uniti”.

 

La Casa di Maria è la casa dei malati, che “devono essere accolti dentro la famiglia”, il terzo affresco: “Per favore, non cadete in quella cultura dello scarto che viene proposta dalle molteplici colonizzazioni ideologiche che oggi ci attaccano”, l’invito a braccio.

“Portare il Vangelo della pace e della vita ai nostri contemporanei spesso distratti, presi dagli interessi terreni o immersi in un clima di aridità spirituale”, la consegna finale.

Michela Nicolais

 

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