Restaurato l’affresco della Madonna del Soccorso
L’opera trecentesca nel Duomo a Voghera
VOGHERA – Venerdì 10 settembre, alle ore 20.30, si è svolta la presentazione del restauro del dipinto della Madonna del Soccorso, collocato nella Cappella della navata sinistra del Duomo.
Alla serata, alla quale ha partecipato anche l’arcivescovo Mons. Vittorio Francesco Viola, sono intervenuti i parroci mons. Marco Daniele e don Cristiano Orezzi, insieme a mons. Gianni Captini, che aveva seguito l’inizio dei lavori e Sergio Bariani in rappresentanza del Gruppo Gheron che ha finanziato l’intervento.
La società è stata fondata dallo stesso Sergio, con Massimo e Graziella Bariani e con Eros Bedeschi e rappresenta uno dei principali gruppi italiani operante nel settore socio sanitario nella gestione di una pluralità di strutture sanitare complesse nel nord e nel centro Italia.
Il restauro conservativo è stato realizzato dalla Ditta di Gianvittorio Pontiroli e Chiara Colombo e i lavori, iniziati l’8 luglio 2019, sono terminati lo scorso 1° luglio. L’immagine che compare nell’affresco, realizzato da autore sconosciuto e databile attorno al 1300, si può attribuire al titolo di Madonna del Soccorso per la presenza di alcuni elementi che rimandano alla sua iconografia che sono il bastone che tiene in mano la Vergine, la figura dell’infante che non rappresenta il bambino Gesù ma una bambina e la presenza del demonio. Già il Morgari agli inizi del 1900 affrescò la volta sopra l’altare, dove è collocata l’opera, dedicando la vela centrale alla Madonna del Soccorso, intravedendo nel dipinto dell’altare sottostante elementi costitutivi della particolare iconografia mariana.
A un’attenta analisi il dipinto si presentava annerito da polveri e inquinanti. La superficie era quasi completamente ricoperta da uno spesso strato di vernice ingiallita e con varie colature che segnavano il dipinto.
Il materiale, incoerente con gli strati pittorici sottostanti, causava il distacco del film pittorico, compromettendo sia la lettura sia la tenuta dello stesso. La campitura di blu dello sfondo e i raggi dorati dipinti erano stati stesi sopra ad altri due strati di colore sovrapposti all’affresco originale. La raggiera a rilievo, in parte sollevata e in fase di distacco, era stata applicata con molta probabilità successivamente al dipinto originale.
La base del dipinto presentava lesioni profonde che determinavano lo stacco dell’intero strato sia pittorico sia dell’intonaco dalla struttura muraria. In base al progetto approvato, l’intervento è stato eseguito in cinque fasi che hanno portato alla luce il dipinto originale comprendente un paesaggio di sfondo che incornicia sul lato destro il demonio e sull’estremo lato sinistro la figura non completa di un prelato, segno che il dipinto era di dimensioni più estese.
È stato realizzato anche il consolidamento della superficie pittorica con l’integrazione pittorica delle lacune. Tutte le fasi sono state approvate e autorizzate dalla Soprintendenza.
Dopo aver illustrato i lavori, l’arcivescovo ha guidato un momento comunitario di preghiera mariana.