Ricominciamo dai fossi, per esempio

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A 100 anni esatti dalla fine della prima guerra mondiale, l’Italia ha fatto la conta di altre vittime in scenari di apocalittica devastazione. Oggi il nemico si chiama maltempo. Non suonino le fanfare; non suoneranno più nemmeno gli Stradivari che i liutai creavano con il legno degli abeti delle foreste di Paneveggio in Trentino e della Val Saisera in Friuli Venezia Giulia. Per il vento furibondo sono venuti giù interi boschi in Carnia e in Veneto: gli abeti rossi cari a Mario Rigoni Stern. Si aggiorna il bollettino dei morti in Sicilia per l’esondazione del fiume Milicia all’indomani della mareggiata che ha messo in ginocchio il Tigullio e isolato Portofino. Una sciagura. Gli esperti che, nel mese scorso, davanti a temperature troppo alte per la stagione mettevano in guardia dai cambiamenti climatici, venivano chiamati profeti di sventura. Invece avevano ragione. È chiaro che non si tratti solo di fatalità: da anni non si seguono le regole del buon senso. Ci sono abitazioni costruite abusivamente in zone a rischio, ci sono colline, pendii, declivi tornati incolti e selvaggi. Non occorre andare lontano, basta guardarsi attorno: vi siete accorti che nelle nostre campagne, tra le nostre viti non esistono più i fossi? E, secondo voi, quando piove tanto, l’acqua dove può scorrere? È una farsa: nell’epoca della nuova tecnologia che tutto può sapere e prevedere, ci siamo dimenticati dei cantonieri. La categoria è in via di estinzione. I giovani non hanno imparato nulla dai vecchi perché un tempo chi aveva un appezzamento di terreno lo teneva pulito e, vanga alla mano, si apriva canali di scolo per fare defluire l’acqua piovana. Seconda domanda: qualcuno sa che gli alberi hanno un’età? Non sono eterni ma invecchiano, diventano fragili e deboli, non sono statue. Vanno tagliati e sostituiti (anche in centro a Roma) prima che cadano. La sensazione è che certe regole non siano di moda: tutti professori, tutti esperti, nessuno che si “abbassa” a certe pratiche. E i boschi scendono a valle, l’Italia si sgretola.

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