Ritiro d’Avvento per la vita consacrata
Guidato da Mons. Marini nella Casa Madre delle Suore Benedettine di Voghera
VOGHERA – Nel pomeriggio del 27 novembre, prima domenica d’Avvento, Mons. Guido Marini ha predicato il ritiro spirituale per i religiosi e le religiose della diocesi. Nella Casa Madre delle Benedettine della Divina Provvidenza di Voghera sono convenute tutte le comunità religiose femminili presenti sul territorio diocesano; erano oltre cento le suore in preghiera e in ascolto, segno della vitalità gioiosa con cui le consacrate iniziano il tempo bello dell’Avvento e continuano ad essere presenza significativa nella Chiesa locale. Il vescovo, nella meditazione, ha sottolineato come il cuo- re dell’Avvento sia proprio la gioia che nasce dalla certezza che il Signore viene – sempre, in ogni momento e in ogni situazione – senza mai stancarsi di venire, perché Egli è l’amore fedele; a questo deve corrispondere altrettanta gioia di chi gli va incontro per lasciarsi da Lui abbracciare, con lo stupore verso l’amore del Dio fedele.
«Proprio questo – ha continuato Mons. Marini – è il segreto della fecondità della nostra consacrazione, che nulla può mettere a repentaglio nella sua bellezza; fecondità che risiede nell’amare più che nel fare!».
La riflessione è proseguita fissando lo sguardo sull’icona dell’Annunciazione, per imparare da Ma- ria che cosa significa che «il Signore viene» e come fare ad accoglierlo. Nel brano di Luca infatti, attraverso le parole di Gabriele, avviene un processo di svelamento a cui corrisponde un processo di adesione sempre più profonda di Maria. È narrato quanto Dio ha fatto, si annuncia la maternità verginale, si rivela la modalità dell’Incarnazione; dallo stupore, passando per il desiderio di capire, Maria giunge alla piena adesione del suo “sì”, che comprende tanto il cammino che ha fatto quanto che quel- lo che farà da quel giorno in poi, perseverando nella medesima fedeltà. «Anche l’insistenza di Luca sul tema del “sesto mese” nel racconto dell’Annunciazione – ha continuato il vescovo – sottolinea la necessità di quel cammino che siamo chiamati a fare, guardando a Maria, per passare dall’incompiutezza, simboleggiata biblicamente col numero “sei”, alla pienezza del “settimo giorno” che Dio desidera donare a tutti i suoi figli. La via del compimento passa necessariamente attraverso “il farsi piccoli”, insignificanti al mondo e alla storia; questo attira lo sguardo di Dio e la sua potenza che ci riempie di pienezza. Per le persone consacrate la fecondità risiede proprio nella verginità, intesa come capacità di “fare spazio a Dio” perché Lui possa trasformare ciascuna nello “spazio del Dio vivente in questo mondo”».
Il pomeriggio è proseguito con un congruo tempo di silenzio e di riflessione personale, accompagnato dalla disponibilità di Mons. Marini e di alcuni sacerdoti presenti di celebrare il sacramento della riconciliazione.
L’adorazione eucaristica e la celebrazione solenne dei vespri della prima domenica di Avvento ha concluso la giornata. Il vescovo ha quindi salutato a uno ad uno i presenti ed è poi salito a visitare le sorelle ospiti dell’infermeria di Casa Madre.
Don Maurizio Ceriani