Rose per le spose

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di Silvia Malaspina e Carolina Mangiarotti

La scorsa settimana abbiamo letto (qui sotto) il resoconto del “Giubileo d’amore” e delle cinquanta rose di Gianni e Maria Pia: in questo numero saremo noi a parlare di promesse d’amore. Abbiamo infatti partecipato al matrimonio di una carissima amica di entrambe (anche se per età molto più vicina a Carolina). Quando abbiamo ricevuto l’invito siamo state entusiaste, sia per l’affetto che ci lega alla nubenda, sia perché da quasi dieci anni nessuno, tra i vari parenti ed amici, aveva compiuto il grande passo: «Che bello, siamo state invitate! Io fino a oggi sono stata solo ad un matrimonio!» «Io non li conto più! Pensa che, solo nel periodo tra maggio e settembre 1999, sono stata ad undici matrimoni, più il mio ad agosto: in pratica ogni week end si sposava qualcuno: in quell’estate ci siamo alimentati di confetti e torte nuziali! Sono proprio felice di partecipare a queste nozze, mi manca l’emozione dell’entrata in chiesa della sposa e delle promesse solenni! Sarà meglio che io non mi trucchi gli occhi, perché so già che mi scapperà la lacrimuccia.» Per una felice combinazione, qualche giorno prima della data fatidica, arriva su WhatsApp il resoconto fotografico di un’altra cara amica di famiglia, che si è sposata nella sua città natale in Brasile: un tripudio di palme, fiori, abiti leggeri svolazzanti. Una sposa radiosa, accompagnata all’altare dall’emozionatissimo papà. «Pensa un po’: nel giro di due week end abbiamo avuto due spose! Maria è tornata in Brasile ed è lontana, però è comunque emozionante vederla vestita così!» «Dillo a me, che l’ho conosciuta quando era una bimbetta di sette anni! Perfetto: ho già fatto allenamento con la lacrimuccia: sono pronta a “caragnare” dal vivo al matrimonio di Maria Clara: ecco, le “nostre” spose sono anche quasi omonime!»

Arriva finalmente il gran giorno, tra sventati timori di nevicate notturne: «Il gommista non aveva posto per il cambio pneumatici: se venerdì notte nevica, non abbiamo nemmeno un’auto agibile»; ripensamenti sugli outfit all’ultimo secondo: «Ma sei proprio sicura di indossare i pantaloni neri? Su TikTok dicono che il nero va evitato ai matrimoni»; minacce ben poco in linea con il romanticismo dell’evento: «Se non vi sbrigate, vi lascio a casa! Cosa state a fare tutto ’sto trucco e parrucco: guarderanno tutti la sposa, non certo voi.»

L’arrivo in chiesa è da manuale: la sposa, bellissima ed emozionata, illumina l’uggiosa mattinata di dicembre, il padre orgoglioso in evidente sollucchero, anche se un tantino rigido per la commozione, lo sposo al limite del cardiopalma. E noi? Ci siamo godute la cerimonia con l’inevitabile foschia davanti agli occhi. A seguire le libagioni e le danze in una location magica, che ci hanno coinvolto e divertito.

Alle nostre spose di dicembre auguriamo le cinquanta rose di Gianni e Maria Pia.

silviamalaspina@libero.it

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