S. Stefano esempio di vita per i diaconi permanenti

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La Messa per l’anniversario dell’istituzione del ministero diaconale in diocesi e l’ammissione di tre aspiranti diaconi

TORTONA – Martedì 26 dicembre, festa di Santo Stefano, diacono protomartire, Mons. Guido Marini, ha celebrato la S. Messa in cattedrale nella quale si è fatta memoria dell’anniversario della prima ordinazione dei diaconi permanenti della Diocesi di Tortona, avvenuta 35 anni fa, nel 1988. Durante la celebrazione tre aspiranti diaconi sono stati accolti ufficialmente con l’apposito rito. I tre sono Vittorio Alberico della parrocchia di Casei Gerola, Michele Cuzzoni della parrocchia di Torrazza Coste e Andrea Iovino della parrocchia di San Bernardino di Tortona. Durante l’omelia, il vescovo si è rivolto, in particolare, agli aspiranti diaconi e ai diaconi permanenti presenti, commentando la pagina degli Atti degli Apostoli, dove è presentata la figura del“grande diacono Stefano”, la cui vita è un esempio per trarre preziosi insegnamenti sul cammino di preparazione verso il diaconato permanente. «Ciò che Stefano vive – ha sottolineato – e, soprattutto come egli muore con il nome di Gesù sulle labbra, fa capire come Stefano abbia riprodotto, con la sua vita, la fisionomia interiore del Signore. È come se in questa pagina degli Atti ascoltassimo il Signore stesso ». Per Stefano il vivere è stato Cristo e Mons. Marini ha invitato i Diaconi a “far battere il cuore nel cuore di Gesù”. Nel descrivere la figura del primo diacono il presule ha richiamato l’attenzione sui punti fermi a cui ispirarsi: la preghiera personale quotidiana, la crescita nella sapienza che viene dall’approfondimento della parola di Dio e dalla famigliarità con i contenuti della fede, il coraggio della verità, della testimonianza che non scende a compromessi. «Stefano – ha detto – non ha cercato la popolarità del mondo e ha il coraggio di annunciare che Gesù è l’unico Salvatore ». Ha, poi, invitato i diaconi a seguire il suo esempio anche quando l’annuncio e la testimonianza potrebbero renderli meno accetti, meno graditi o impopolari. In ultimo il vescovo ha evidenziato come Stefano, dando la vita per il Signore, sia morto per amore e nella carità di un cuore che era colmo dell’amore del Signore, perché nel momento in cui moriva chiedeva la salvezza per coloro che lo stavano uccidendo. L’ultimo aspetto sottolineato è stato il cambio di vita di Saulo, che dopo essere stato testimone del martirio di Stefano, capace di scorgere il disegno di amore del Signore, ha iniziato la sua conversione che lo ha portato a essere l’apostolo Paolo. In conclusione si è rivolto agli aspiranti diaconi invitandoli a essere “uomini di fede”. Al termine della celebrazione don Maurizio Ceriani, vicario episcopale per la vita consacrata, nel ringraziare Mons. Guido Marini, ha ripercorso brevemente la storia della presenza del diaconato permanente nella Diocesi di Tortona. Dopo la solenne benedizione, non è mancata la foto ricordo.

Cristina Bertin

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