San Bartolomeo dei Martiri
Di Daniela Catalano
Il protagonista di questa settimana è un domenicano portoghese, proclamato santo nel 2019 da Papa Francesco attraverso la “canonizzazione equipollente” ovvero l’approvazione, mediante decreto, di un culto già esistente ed esteso alla Chiesa universale. Bartolomeo Fernandes, commemorato il 16 luglio, nasce a Lisbona il 3 maggio 1514. Riceve l’abito domenicano l’11 novembre 1528; durante il noviziato, cambia il suo nome in Bartolomeo dei Martiri in onore della Vergine Maria venerata come Nostra Signora dei Martiri nella chiesa di Lisbona dove è battezzato. Conclusi gli studi filosofici e teologici nel 1538, insegna in alcuni conventi di Lisbona e di Evora e diventa priore in quello di Benfica, nella capitale portoghese. Da Caterina, regina del Portogallo, Bartolomeo è scelto per succedere al carmelitano Baltesar Limpo, arcivescovo di Braga, e il Papa Paolo IV, con la bolla Gratiae divinae praemiumdel 27 gennaio 1559, ne conferma la nomina. Il santo, ordinato il 3 settembre 1559, accetta questo incarico per ubbidienza al suo priore provinciale. Il 4 ottobre 1559 il nuovo arcivescovo inaugura la sua missione apostolica, caratterizzata da numerose visite pastorali; dall’impegno per l’evangelizzazione del popolo, per il quale scrive un Catechismo, ristampato fino al 1962 e dalla sollecitudine per la cultura e la santificazione del clero, con l’istituzione delle scuole di Teologia Morale. Nella sua vita compone 32 opere dottrinali, tra cui Stimulus Pastorum, nella quale si spiega la responsabilità dei vescovi nel ruolo di conservazione dei costumi e nel compito della salvezza delle anime, che ha avuto ben 22 edizioni ed è stata tra i testi consegnati ai Padri partecipanti al Concilio Vaticano I e II. Tra il 1561 e il 1563 Bartolomeo prende parte attivamente al Concilio di Trento e, quando torna in Portogallo, convoca un Sinodo diocesano nel 1564 e uno provinciale nel 1566. Nel 1582 si ritira nel convento domenicano di Santa Croce a Viana do Castelo, dove rimane fino al 16 luglio 1590, giorno della sua morte. Acclamato dalla sua gente come “arcivescovo santo, padre dei poveri e degli infermi”, oggi riposa nella chiesa del convento.
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