San Benedetto di Aniane
di Daniela Catalano
Questa settimana vi racconto chi è san Benedetto di Aniane, monaco visigoto che la Chiesa festeggia il 12 febbraio. È stato definito il “primo padre del monachesimo germanico” e anche il “primo artefice dell’unità culturale e spirituale dell’Europa”, perché considerato il più importante riformatore dell’osservanza della regola benedettina in Occidente. Nasce intorno al 750 a Villeneuve-lès-Maguelone, nel Sud della Francia, da Agilulfo, potente conte di Maguelone in Occitania, ed è battezzato con il nome di Vitiza. Riceve la sua formazione alla corte di Pipino il Breve e nel 774 entra nell’esercito di Carlo Magno per combattere i Longobardi in Italia. Rischia di affogare nel Ticino, vicino a Pavia, per salvare il fratello caduto nel fiume. Dopo essersi miracolosamente salvato, torna in Francia ed entra nel monastero benedettino di Saint-Seine, vicino a Digione. Inizia a studiare le grandi “Regole” di vita monastica del passato, tra cui quelle di san Colombano e san Benedetto, di cui decide di prendere il nome, e si convince che il modello benedettino è il più in sintonia con la tradizione dell’Occidente. Nel 779 il santo fonda un monastero vicino a Montepellier, lungo il fiume Aniane, da dove si diffonde la riforma dei monasteri francesi, secondo la regola benedettina. Si distingue per la sua grande austerità e il profondo spirito di preghiera e per la battaglia contro l’eresia “adozionista” diffusa in Spagna e in Francia, secondo la quale Gesù era un uomo come gli altri che, durante il battesimo al Giordano, grazie allo Spirito Santo, viene “adottato” come Figlio di Dio. Il successore di Carlo Magno, Ludovico il Pio, sceglie Benedetto come riformatore di tutti gli ordini monastici del suo impero ed egli organizza un progetto per favorirne l’unità culturale e religiosa. L’imperatore lo nomina abate del monastero di Maursmunter in Alsazia e poi di quello di Kornelimunster, vicino ad Aquisgrana, dove, l’11 febbraio 821, muore ed è sepolto. I suoi resti mortali, però, nei secoli successivi sono andati dispersi. Il nuovo Martirologio Romano ne ha fissato la memoria al 12 febbraio, il giorno del funerale.
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