San Galdino

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Il 18 aprile, che quest’anno coincide con il Lunedì dell’Angelo, è il giorno in cui la Chiesa fa memoria di san Galdino, vescovo milanese, compatrono della città insieme a sant’Ambrogio e a san Carlo Borromeo.

Nacque a Milano tra la fine dell’XI secolo e i primi anni del XII; probabilmente si dice nel 1096, nella famiglia della Sala, della nobiltà cittadina.

Le cronache raccontano che nel 1160 Galdino era arcidiacono di Milano e collaborava fedelmente con l’arcivescovo Oberto. Nel 1159 il collegio dei cardinali si divise per l’elezione del Papa; alcuni porporati scelsero per il soglio pontificio Alessandro III, mentre altri cardinali elessero l’antipapa Ottaviano de’ Monticelli, con il nome di Vittore VI.

Galdino e Oberto scelsero di stare dalla parte di Papa Alessandro III. Oberto, ritenendo Federico I Barbarossa responsabile dello scisma della Chiesa, scomunicò l’imperatore.

La fedeltà alla persona del Papa gli ottenne nel 1165 il titolo di cardinale. Galdino, intanto, con Oberto, incominciò a seguire il Papa durante i suoi viaggi apostolici e quando, a Benevento, questi morì, papa Alessandro III lo nominò nuovo arcivescovo di Milano, dove giunse in segreto, confondendosi tra i pellegrini.

Nel 1162 fu spettatore della distruzione della città per opera dell’imperatore Federico I Barbarossa. Dopo cinque lunghi anni, terminata la devastazione della città, iniziò una faticosa opera di ricostruzione.

Nel 1167 egli si impegnò con tutte le sue forze per riorganizzare la Chiesa in Lombardia, preoccupandosi di garantire l’assoluta fedeltà al Papa.

La sua opera di pastore della Chiesa fu esercitata non solo nell’ambito ecclesiale ma anche in quello sociale. Il santo, infatti, si preoccupò di organizzare il sostegno ai poveri e ai bisognosi. Oltre a riscattare i carcerati per debiti, ad aiutare gli indigenti e a sostenere gli emarginati, ricostruì strutture di accoglienza diroccate ed edificò nuovi centri caritativi per accogliere chiunque avesse bisogno. Il pane distribuito ai poveri e ai carcerati si chiamò per molti anni “pane di san Galdino” e forse è per questo motivo che Alessandro Manzoni chiamò Galdino il frate questuante presente nei Promessi sposi. Restaurò la cattedrale, utilizzando i proventi derivati dalla vendita di gioielli di alcune ricche donne che erano riuscite a preservarli durante i saccheggi del Barbarossa. Morì il 18 aprile del 1176, sul pulpito della chiesa di Santa Tecla e fu proprio Alessandro III a proclamarlo santo.

Daniela Catalano

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