San Gallo abate

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La chiesa il 16 ottobre ricorda il monaco San Gallo, nato in Irlanda, intorno al 550. Quando era giovane entrò e si formò nel monastero di Bangor accogliendo la regola celtico-irlandese e verso il 590 fu sulla terraferma europea come uno dei 12 compagni del monaco abate San Colombano. Seguì il suo maestro in Inghilterra e poi in Gallia dove partecipò alla fondazione del monastero di Luxeuil. Quando San Colombano accusò la regina Brunechilde di avere dei nipoti illegittimi e fu arrestato dal re merovingio Teodorico II, San Gallo e altri discepoli dopo varie peregrinazioni seguirono il loro padre spirituale oltre il Giura. Da Metz risalirono il Reno e attraverso Zurigo e Tuggen si stabilirono nella zona di Brigantium (l’attuale Bregenz) sul Lago di Costanza. Qui trovarono una comunità cristiana che su alcuni punti era ricaduta profondamente nel paganesimo. Anche nell’attuale Arbon esisteva una comunità simile. San Gallo fondò un eremo diventandone poi priore alla morte di San Colombano.

Pochi anni dopo Colombano partì per l’Italia con i suoi 11 rimanenti compagni, ma inaspettatamente Gallo non lo seguì perché ammalato, rompendo il giuramento di obbedienza dell’ordine. In Italia Colombano fondò poi l’Abbazia di Bobbio nel 614 dove morì l’anno seguente.

San Gallo dovette rimanere ad Arbon a causa di una grave malattia che lo aveva colpito e lì nacque effettivamente il primo grave disaccordo con Colombano, che aveva proibito al suo allievo di dire Messa e di predicare per aver infranto la regola dell’obbedienza e della peregrinatio pro Domine.

San Gallo una notte vide in sogno il suo maestro Colombano tramutarsi in colomba e volare nel cielo fino al sole scomparendovi in esso, intuì allora che egli era morto e celebrò una messa di suffragio; successivamente giunse un monaco da Bobbio recando la notizia della morte e del fatto che prima di morire lo aveva perdonato e gli aveva mandato in regalo il suo bastone pastorale nominandolo priore. Dopo un lungo soggiorno ad Arbon, il santo nel 612 risalì con il suo compagno Hiltibod il fiume Steinach.

I due si spinsero fino alle cascate del Mühleggschlucht. Una leggenda racconta di un fatto straordinario presso le cascate. Mentre il compagno dormiva, al santo già sveglio si parò davanti un grosso orso. Lui non si lasciò intimidire e ordinò all’orso, in nome del Signore, di gettare un pezzo di legno nel fuoco e di andarsene e l’orso non si fece poi più vedere. San Gallo vide nell’orso un segno di stabilirsi quel luogo e vincere le forze della natura. Con i suoi seguaci costruì una chiesa dedicata alla Madonna e ai santi Desiderio e Maurizio e visse combattendo le usanze pagane, insieme ai suoi compagni. Morì il 16 ottobre del 640. La sua tomba divenne subito luogo di pellegrinaggio.

Daniela Catalano

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