San Guglielmo eremita
La Chiesa il 25 giugno ricorda San Guglielmo eremita, che è patrono dell’Irpinia. Guglielmo, nato a Vercelli nel 1085 da nobile famiglia, all’età di quattordici anni, vestito l’abito monastico, si mise in viaggio per l’Europa per visitare i più famosi santuari del tempo e arrivare in Terrasanta. Dopo un pellegrinaggio a Santiago di Compostela, si recò a Roma e decise di raggiungere la Puglia per imbarcarsi pellegrino verso la Palestina. Presso Oria, nel brindisino, incappò in un gruppo di banditi che lo picchiarano selvaggiamente.
Quando raccontò il fatto a san Giovanni da Matera, che incontrò a Ginosa presso Taranto, questi lo interpretò come un segno del Signore a non effettuare il viaggio. Dopo varie indecisioni Guglielmo si ritirò a Montevergine, nel gruppo appenninico del Partenio, presso Avellino. Visse un anno come eremita, ma poi raggiunto da altri uomini, tra cui alcuni sacerdoti, a loro volta attratti dalla vita eremitica, fondò la Congregazione Benedettina di Montevergine, con caratteristiche cenobitiche, divenendone l’abate.
Fermamente legato alla Regola di san Benedetto, l’ideale di vita ascetica da lui proposto, rientrava in quel movimento spirituale che interpretava la regola stessa in modo più rigido, dando maggior spazio alla preghiera e alla contemplazione. L’affluenza sempre maggiore dei pellegrini, però, richiedeva anche un’attività pastorale e la cura delle anime. Desideroso di un periodo di solitudine, nominò il suo successore, il futuro beato Alberto, e si ritirò sul monte Cognato in Lucania, dove fondò una nuova comunità. Poi andò a Goleto, in provincia di Avellino, dove visse per un anno in una cella ricavata nella cavità di un albero e dove poi nacque il monastero di San Salvatore. Proseguì il suo itinerario fondando monasteri a Rocca San Felice, Foggia e Treia. Ritornò quindi nel monastero di Goleto dove morì nel 1142.
Guglielmo rimase sepolto a Goleto fino al 1807, quando Gioacchino Murat ordinò il trasporto delle spoglie a Montevergine. Pio XII lo dichiarò protettore dell’Irpinia.
San Guglielmo è una splendida figura di santo medioevale ed è molto venerato non solo ad Avellino. Sulla vita del santo la fantasia popolare ha intessuto molte leggende.
La più nota è quella che narra che San Guglielmo, ritiratosi a Montevergine ebbe l’incarico dalla Madonna di erigere una chiesa in suo onore. Il Santo nei lavori si servì di una vecchia asina. Un giorno, però un lupo, si avventò sulla povera bestia e la divorò. Guglielmo cercò il lupo nel bosco e gli parlò accoratamente, dopo averlo rimproverato.
L’animale selvatico, allora, si accucciò ai suoi piedi disposto ad accettare ogni punizione.
Il santo gli ordinò di continuare a fare i lavori sostenuti dalla sua asina. Il lupo si assoggettò alla fatica, finché non fu portata a termine la cappella dedicata a Maria.
Daniela Catalano