San Guglielmo Pinchon
Il santo di questa settimana, san Guglielmo Pinchon, era un contemporaneo di san Francesco d’Assisi e di san Luigi IX e fu canonizzato da Innocenzo IV nel 1247 per la fama dei miracoli compiuti. Guglielmo, la cui ricorrenza cade il 29 luglio, nacque attorno al 1180 a Saint-Alban, paese della diocesi di Saint-Brieuc, nella Costa Nord della Francia, in una famiglia modesta, che gli diede una valida educazione. Attratto dalla vita ecclesiastica, compì i suoi studi nella città episcopale di Saint-Brieuc, dove prese gli ordini minori e poi, rimanendo nella casa del vescovo Gossellino, fu prima diacono e poi sacerdote. Anche i successori di Grossellino, Pietro V e Silvestre lo vollero come collaboratore e nel frattempo divenne canonico della chiesa metropolitana di Tours. Quando nel 1220 Silvestre morì, Guglielmo fu eletto a succedergli sulla cattedra episcopale, mentre la Chiesa bretone era oppressa dal duca Pietro Mauclerc di Dreux. Nominato vescovo, non strinse accordi con il duca ma si impegnò per i poveri, facendo lui stesso la carità. Faceva anche distribuire ai poveri gli avanzi della sua mensa, vigilando che la distribuzione fosse equa e che tutti avessero da mangiare. Dimostrava sempre una grande umiltà e si racconta che una volta aiutò a preparare il cibo per i malati. Era solito mangiare sempre poco e sottoporsi a dure penitenze. Oltre alle preghiere consuete, egli recitava quotidianamente tutto il salterio, che sapeva a memoria.
Tale fu la sua generosità verso gli indigenti che al termine della vita non gli restarono più sostanze di cui fare testamento. Quando intorno al 1230, iniziò nella Bretagna la guerra tra francesi e bretoni, la città di Saint-Brieuc, sprovvista di mura, fu più volte saccheggiata da ambedue le fazioni. In quelle difficili circostanze il santo ebbe cura di riunire e consolare i fedeli dispersi. Molte volte apparve in mezzo ai soldati per salvare la vita a persone indifese e fu anche ingiuriato, percosso e minacciato di morte, per sostenere i diritti del suo popolo. Il duca, Pietro I, intanto con la scusa di rendere conforme al Vangelo la Chiesa bretone, costrinse Guglielmo all’esilio, assieme ai vescovi di Rennes e di Tréguier. Lui si rifugiò a Poitiers, dove sostituì il vescovo, malato. Grazie all’intervento del papa Gregorio IX, Guglielmo tornò a Saint-Brieuc, dove continuò la costruzione della cattedrale cittadina.
Morì sicuramente il 29 luglio, di un anno compreso tra il 1234 e il 1241.
Daniela Catalano