San Leucio vescovo di Brindisi

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Di Daniela Catalano

Il primo santo del 2025 è san Leucio, protettore di Brindisi. Su di lui non c’è una documentazione storicamente certa. La redazione più antica della sua Vita risale al IX secolo, ma il suo culto è radicato fin dall’inizio del VI secolo, perché san Gregorio Magno, in una lettera del 601, chiedeva a Pietro, vescovo di Otranto e incaricato del vescovado di Brindisi, di procurare delle reliquie del santo a un monastero vicino a Roma. Si narra che Leucio è nato ad Alessandria d’Egitto intorno alla fine del IV secolo. Il suo nome deriva dal greco leukósovvero bianco, splendente, poi latinizzato in Leucius, anche se, secondo una leggenda, il suo vero nome è Euprescio. A dieci anni, morta la madre, Leucio è affidato alle cure del padre e un giorno, mentre prega in una chiesa, sente una voce che gli ordina di mutare il suo nome in Leucio ossia portatore di luce spirituale. A dodici anni entra nel monastero di Sant’Ermete, di cui diventa priore e, in seguito, abate. Dopo trent’anni di vita monastica, si dedica alla predicazione ed è consacrato vescovo di Alessandria. Quando in città riprende la persecuzione contro i cristiani, Leucio si allontana e ha una visione nella quale riceve l’ordine di recarsi a Brindisi per il suo apostolato missionario. Il santo giunge in Salento con sette discepoli. A Brindisi comincia a predicare nell’anfiteatro, convertendo molta gente, finché il prefetto Antioco lo convoca, promettendogli di convertirsi se il santo gli avesse provato la potenza di Dio, facendo scendere la pioggia sulla città, arsa da due anni di siccità. Leucio si raccoglie in preghiera e subito riesce a far piovere. Diventato vescovo di Brindisi, governa saggiamente la diocesi fino a quando muore, l’11 gennaio di un anno imprecisato dell’inizio del V secolo. Questa è anche la data della sua festa liturgica. Il suo corpo rimane fino al 674 a Brindisi, che è poi distrutta dai Longobardi. Nel periodo della caduta della città, alcuni abitanti di Trani trafugano le spoglie di Leucio, portandole nella loro cattedrale. Nel IX secolo le stesse sono traslate a Benevento, diventata capitale del regno longobardo, tranne un braccio riportato a Brindisi nell’VIII secolo e posto nella cattedrale.

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