San Luigi Versiglia: la festa a Voghera

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Il vescovo domenica ha celebrato la messa in memoria del missionario martire nato a Oliva Gessi

VOGHERA – La festa diocesana di san Luigi Versiglia, che, come tradizione, ogni anno si celebra in una Parrocchia diversa del nostro territorio per diffondere il suo culto anche al di fuori di Oliva Gessi, suo paese natale, si è tenuta domenica scorsa nel duomo di Voghera.

La funzione è iniziata con la processione dei celebranti che hanno accompagnato all’altare la statua del santo. Il vescovo salesiano fu ucciso in Cina il 25 febbraio 1930, insieme al sacerdote Callisto Caravario, esattamente 90 anni fa, e questo anniversario è stato ricordato durante la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Mons. Vittorio Viola.

Con lui, sull’altare, il vicario generale mons. Mario Bonati, il direttore dell’Ufficio Missionario don Stefano Calissano, i parroci della comunità pastorale di Voghera, mons. Gianni Captini e don Enrico Bernuzzi, quello della comunità pastorale “San Versiglia” (che comprende Oliva, Casteggio e Mairano) mons. Marco Daniele, Padre Cristoforo, padre guardiano del convento dei frati francescani di Voghera e numerosi sacerdoti. Tanti anche i fedeli presenti alla messa, tra i quali il sindaco di Oliva Gessi, Andrea Defilippi, un gruppo di barellieri e dame dell’Oftal e le religiose vogheresi.

Mons. Viola nell’omelia ha commentato il Vangelo del giorno (capitolo 5 di Matteo) nel quale si legge: «Amate i vostri nemici; fate del bene a quelli che vi odiano». Ha concentrato l’attenzione sulla mitezza di Gesù che non cede alla logica della legge del taglione, ma esorta a sperimentare quella dell’amore. Parlando del santo martire, “testimonianza della Parola incarnata”, ha affermato che «la sua beatitudine è diversa da quella che il mondo cerca perché viene dalla sapienza della croce.

La sua vita è consegnata nelle mani del Padre e in lui, come in Gesù, la mitezza è solo un segno di forza».

Rivolgendosi ai presenti il vescovo ha aggiunto: «In san Luigi vedi il desiderio di amore e di essere conforme al suo Signore e tutti noi vorremmo sentire quella spinta ad annunciare il Vangelo che lo ha portato a spendere la sua vita. La nostra Chiesa ha bisogno di riscoprire lo slancio missionario che viene dall’unica parola che rende l’uomo felice». Prima della benedizione finale il presule ha ringraziato i sacerdoti e i fedeli e li ha esortati a «imparare la sapienza della croce per essere veri testimoni di Cristo». Martedì 25 febbraio la funzione nel giorno della memoria liturgica di San Versiglia e San Caravario è stata sospesa come da indicazione diocesane, a causa delle misure precauzionali adottate contro il Coronavirus.

Daniela Catalano

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