San Ranieri, patrono di Pisa

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Di Daniela Catalano

Questa settimana il santo protagonista della rubrica è Ranieri, patrono di Pisa dove si festeggia il 17 giugno e della casata monegasca dei Grimaldi che lo ricorda il 19 novembre. Ranieri nasce nel 1118 da un ricco mercante pisano e dalla nobile Mingarda ed è affidato a un sacerdote per la formazione. Essendo dotato per la musica e per il canto, Ranieri preferisce i divertimenti agli studi, fino a quando, a 19 anni, incontra l’eremita Alberto Leccapecore, proveniente dalla Corsica, che vive nel monastero pisano di San Vito. Grazie alle sue parole, abbraccia la fede cristiana e accetta l’invito a recarsi in Terra Santa. Giunto a Gerusalemme, compie lo stesso gesto che farà san Francesco il secolo dopo, nel 1206: si libera di tutte le ricchezze che dona ai poveri e ai bisognosi e vive in assoluta povertà. Rimane là per 13 anni annunciando il Vangelo e facendo penitenza. Ritorna a Pisa nel 1154, con l’amico ammiraglio Ranieri Bottacci, e si ritira nello stesso monastero di San Vito, dove aveva incontrato Alberto. Già in vita si diffonde la notizia che compie miracoli come quello di aver riportato in vita un fanciullo deceduto. Ranieri muore il 17 giugno 1161 e la leggenda narra che in quel momento le campane di Pisa suonano tutte insieme da sole, senza essere toccate da nessuno. Nel 1284 san Ranieri diventa patrono della Diocesi e della città di Pisa al posto di san Sisto, la cui festa cade il 6 agosto. La flotta pisana proprio quel giorno subisce una pesante sconfitta dalle navi genovesi nella battaglia della Meloria. Sentendosi traditi dal loro patrono, i pisani scelgono Ranieri. Ogni anno, nel giorno della festa, si narra che arrivi la cosiddetta “burrasca di san Ranieri”, con la pioggia che bagna la città. Al santo è legata la festa della “Luminara”, che si svolge la sera del 16 giugno, nata il 25 marzo 1688 quando la sua urna è collocata nella cappella del duomo di Pisa. Circa 100.000 “lampanini” sono posti su telai in legno (detti biancheria) che disegnano le forme architettoniche di chiese, palazzi e torri lungo l’Arno. Una volta accesi, grazie allo spegnimento dell’illuminazione pubblica, creano un suggestivo spettacolo luminoso.

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