San Vincenzo Strambi
Il 24 settembre la Congregazione dei Passionisti fa memoria di San Vincenzo Strambi che fu beatificato nel 1925 da Pio XI e canonizzato da Pio XII l’11 giugno 1950.
Nacque a Civitavecchia il 1° gennaio 1745 in una famiglia agiata. Completati gli studi, entrò nel seminario a Montefiascone il 4 novembre 1762 ma, vicino all’ordinazione, incontrò San Paolo della Croce, originario di Ovada, fondatore della Congregazione dei Passionisti. Decise allora di entrare nel noviziato passionista il 20 settembre 1768 e fu inviato come predicatore, oltre a ottenere incarichi importanti come quello di professore di teologia all’interno della congregazione, e poi di provinciale. Fu un uomo colto e grande oratore, scrittore, direttore spirituale e consigliere di papi e santi, caritatevole verso i poveri, i malati e gli orfani, dettò norme per regolare istituzioni laiche ed ecclesiastiche, visse umilmente nella preghiera e nella devozione alla Passione di Cristo e alla Madonna della Misericordia.
Il 26 luglio 1801 fu consacrato vescovo e inviato nella diocesi di Macerata, unita a quella di Tolentino, per ristabilire il governo pontificio dopo l’occupazione francese e per rinsaldare la fede e i costumi nella popolazione e nel clero. Il 13 agosto 1801 arrivò a Macerata. Nel giro di pochi anni, con un’azione energica e decisa, riuscì a rinnovare in profondità la vita religiosa e civile delle due diocesi. Ebbe grande attenzione verso i poveri per i quali organizzò costanti aiuti economici.
L’annessione di Macerata al Regno italico nel 1808 e il suo rifiuto di giurare fedeltà a Napoleone gli costarono l’esilio prima a Novara e poi a Milano. Il 14 maggio 1814, caduto l’impero napoleonico, ritornò a Macerata, dove nel 1821 festeggiò il primo centenario dell’Incoronazione dechiese a papa Leone XII di essere esonerato dal servizio episcopale.
Nel 1823 la sua richiesta fu accolta e lui fu nominato confessore personale del Papa, incarico che da svolgere a Roma presso la residenza papale. Il 28 dicembre ebbe un colpo apoplettico e morì il 1° gennaio 1824. Fu dichiarato compatrono della diocesi di Macerata che ne conserva le spoglie mortali.
Daniela Catalano