Santa Margherita Bourgeoys
Ad aprire il nuovo anno in compagnia dei santi è una donna che la Chiesa ricorda il 12 gennaio: Margherita Bourgeoys che nacque in Francia, a Troyes, antica capitale della Champagne, il 17 aprile 1620, sestogenita di dodici figli. Sotto la guida dei genitori, commercianti di ceri, la ragazza crebbe giudiziosa e generosa.
Rimasta orfana della madre a 19 anni, pochi mesi dopo si verificò l’evento che lei chiamerà la sua “conversione”: il 7 ottobre 1640, durante la processione in onore della Beata Vergine del Rosario, i suoi occhi fissarono la statua di Maria che le apparve così bella e viva da toccarla nel profondo dell’anima.
Dopo un vano tentativo di essere ammessa tra le carmelitane, entrò nella congregazione di Notre-Dame fondata alla fine del XVI secolo. Visse quegli anni nel raccoglimento con Dio e nell’assistenza ai bisognosi, fino a un’altra manifestazione celeste avvenuta il giorno dell’Assunta del 1650: durante l’adorazione eucaristica, vide apparire Gesù Bambino sorridente. Due anni più tardi, preannunciato da una visione in sogno di san Francesco, conobbe il governatore francese Paul Chomedey, che aveva l’odierna Montréal.
L’uomo invitò Margherita a seguirla in Canada, dove la donna si recò nel 1653 arrivandovi dopo tre mesi di viaggio, durante cui scoppiò la peste a bordo della nave. In Canada divenne amica della venerabile Jeanne Mance, che a Montréal aveva fondato il primo ospedale, dell’America del Nord.
Margherita si prese cura di bambini, malati e soldati, fece ricostruire una grande croce che gli Irochesi avevano abbattuto, fondò una chiesa dedicata a Nostra Signora del Buon Soccorso, che prima di partire le era apparsa dicendo: “Va, io non ti abbandonerò mai”. Poiché c’era molto lavoro da fare, nel 1658 tornò in Francia alla ricerca di ragazze disposte a seguirla e ne trovò quattro.
Le donne si costituirono in associazione di insegnanti secolari vivendo in comune e con la promessa di seguire una regola.
La santa e le sue discepole si occuparono sia delle figlie dei coloni francesi sia degli indigeni, educandole alla pietà cristiana, alle virtù domestiche e a diversi lavori pratici. Altre giovani, attratte dal suo esempio, si unirono a lei in quella che divenne la Congregazione di Nostra Signora di Montréal, con una prima approvazione canonica nel 1676 e la definitiva erezione in istituto religioso due anni prima della sua morte.
Ottenuta l’approvazione si dimise da superiora ed esortò le sorelle a rimanere fedeli alla loro vocazione.
Trascorse gli ultimi anni nell’infermeria svolgendo umili lavori. Morì il 12 gennaio del 1700. A Montréal il popolo la chiamava “Madre della colonia”. Giovanni Paolo II la canonizzò il 31 ottobre 1982.
Daniela Catalano