Sant’Eriberto

Visualizzazioni: 1774

Quando l’imperatore Ottone III nel 998 scese in Italia, aveva accanto come cancelliere un futuro santo. Ad accompagnarlo, infatti, c’era Eriberto, che era nato nel 970 a Worms ed era figlio del conte della città. Eriberto, che la Chiesa ricorda il 16 marzo, studiò nella rinomata scuola della cattedrale di Worms e poi nel monastero di Gorze vicino a Metz. Quando non aveva ancora 25 anni fu insignito della carica di cancelliere dell’imperatore e incaricato degli affari italiani prima e di quelli tedeschi poi. Ordinato sacerdote nel 995, dopo soli 4 anni fu nominato arcivescovo di Colonia e il 9 luglio 999 ricevette l’investitura e il pallio da papa Silvestro II, venendo consacrato il giorno di Natale nella cattedrale della città, dove si recò a piedi nudi.

Nel 1002 assistette Ottone morente presso Viterbo e accompagnò la salma ad Aquisgrana, dove poi fu arrestato su ordine del principe di Baviera, Enrico II, futuro imperatore. Dopo la liberazione rinunciò al cancellierato e risiedette stabilmente a Colonia, dove cominciò a fare il vescovo, coltivando una vita di pietà, esercitando lo spirito di penitenza, di preghiera e di carità. Eriberto era venerato già in vita perché si racconta che avesse compiuto alcuni miracoli quali la guarigione di un suo cappellano, di un ossesso e di una donna cieca; il più noto fu l’aver salvato dalla fame la città di Colonia, riuscendo a ottenere la pioggia dopo una tremenda siccità. Guidò, infatti, una processione fino alla chiesa di San Severino, pregò il Signore in ginocchio davanti al- l’altare e, al suo rialzarsi, iniziò un’abbondante pioggia che salvò il raccolto. Nel 1003 fondò l’Abbazia di Deutz sul Reno, nell’attuale area urbana di Colonia, in un punto strategico che controllava l’ingresso occidentale della città.

Superate le prime incomprensioni, l’imperatore Enrico II chiese a Eriberto di accompagnarlo in un viaggio a Roma e di fare da mediatore con la casata di Lussemburgo. Da lui ottenne sostegno anche quando decise di fondare la diocesi di Bamberga, nel 1007. Eriberto, intanto, si spendeva per gli altri, dava ai poveri tutto il denaro che riusciva a risparmiare, andava nelle case e negli ospedali per assistere gli ammalati materialmente e spiritualmente. Morì il 16 marzo 1021 e fu sepolto nella chiesa abbaziale.

Per lui non c’è un atto ufficiale di canonizzazione, anche se alcune fonti narrano che fu canonizzato da papa Gregorio VII nel 1074. Il Martirologio romano lo elenca tra i santi, ricordando che «ha illuminato il clero e il popolo praticando le virtù che predicava».

È il patrono di Deutz.

Daniela Catalano

Commenti: 0

Il tuo indirizzo mail non sarà reso pubblico. I campi obbligatori sono segnati con *