Santo Stefano, modello per il diaconato
Il 26 dicembre la messa celebrata a Casei Gerola
CASEI GEROLA – Il 26 dicembre, S. Stefano, primo Martire cristiano e uno dei primi sette diaconi, presso l’Insigne Collegiata di San Giovanni Battista di Casei Gerola, alle ore 11.00, don Maurizio Ceriani, vicario episcopale per il diaconato permanente e per i religiosi, ha celebrato la solenne santa messa dedicata ai diaconi della Diocesi di Tortona.
Don Ceriani, in apertura, ha rivolto un saluto a tutti i confratelli, ricordando anche coloro che hanno lasciato questa terra.
Durante l’omelia il presule ha sottolineato: «Presentiamo al Signore Gesù un uomo scelto dagli apostoli per sostenere l’inizio del ministero apostolico e per essere della Chiesa il segno vivo della carità di Cristo che si mette a servizio di tutti». Stefano, il primo dei Diaconi, fece infatti del suo servizio, della testimonianza di Cristo, dell’annuncio della parola il senso della propria esistenza. Gli Atti degli Apostoli ce lo presentano in appassionata “diatriba” con i giudei di lingua greca, a cui apparteneva, e nell’altrettanto appassionato annuncio della verità di Cristo in cui si compiono le scritture e ci riferiscono che la sua opera portava frutti meravigliosi, tanto che il livore del male si accendeva contro di lui.
«Stefano – ha continuato don Ceriani – resta, nella storia della Chiesa, il modello a cui ogni diaconato deve guardare, modello di servizio, di comunione, di testimonianza, di annuncio e di martirio. In questo giorno, pertanto, la Chiesa di Tortona presenta al Bambino Gesù uno dei frutti più belli: l’istituzione del diaconato permanente, cioè voi, cari fratelli diaconi, a cominciare dal nostro decano Angelo Marini, dall’alto dei suoi 99 anni compiuti, con il quale ci impegniamo a fare festa il 24 agosto prossimo a Torrazza Coste, per i suoi 100 anni, di cui 31 dedicati al servizio del Signore nell’ordine diaconale».
«Prima siamo dei chiamati e dei consacrati, – ha sottolineato don Maurizio – poi svolgiamo dei servizi, che per situazioni contingenti, salute, lavoro, possono diminuire o addirittura cessare, ma non cesserà quello che noi sia-mo, quello che il Signore ha fatto di noi con l’ordinazione sacra, che ci ha uniti intimamente a Cristo, imprimendo in noi un carattere indelebile che ci ha trasformati a immagine di Cristo servo».
Il vicario episcopale ha poi spiegato che Stefano è il modello dei diaconi, in particolare in diversi atteggiamenti: la comunione, primo compito nella comunità; il servizio generoso ad ogni povertà, specie nei confronti della povertà dello spirito; la testimonianza dell’amore della parola che è stata consegnata nel giorno dell’ordinazione e che va ascoltata, custodita e meditata nel cuore e annunciata ai fratelli, annuncio accompagnato dalla serietà di una vita che sempre più si modella alla figura del Cristo.
Il coro ha sottolineato i momenti salienti della messa con commovente trasporto e ciò ha reso la celebrazione solenne e partecipata. Le fotografie di rito hanno preceduto il congedo affettuoso e caloroso dei confratelli diaconi.
Cristina Bertin