“Santuari e Comunità”: c’è anche Sale

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Sono 11 i santuari del Piemonte e della Valle d’Aosta ammessi alla fase 2 del progetto della Fondazione CRT

TORINO – Undici santuari del Piemonte e della Valle d’Aosta sono stati ammessi alla “fase 2” del grande progetto della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino “Santuari e Comunità – Storie che si incontrano”, che ha l’obiettivo di recuperare e valorizzare un santuario per ciascuna Diocesi del territorio attraverso interventi fondati su tre pilastri inscindibili: restauro dei beni, iniziative per l’inclusione sociale, azioni di promozione culturale e turistica per la crescita e lo sviluppo dei contesti locali. Tra gli 11 santuari selezionati e ammessi alla presentazione dei progetti definitivi rientra anche il santuario Madonna della Guardia a Sale nella nostra Diocesi.

Gli altri 10 sono: il santuario Madonna del Buon Consiglio a Castiglione Tinella nella Diocesi di Alba, il santuario della Beata Vergine del Portone ad Asti, il santuario della Madonna di Loreto a Graglia nella Diocesi di Biella, il santuario della Madonna di Crea a Serralunga di Crea nella Diocesi di Casale Monferrato, il santuario Sant’Anna di Vinadio a Vinadio nella Diocesi di Cuneo, il santuario della Divina Provvidenza a Cussanio nella Diocesi di Fossano, il santuario del SS. Crocifisso a Boca nella Diocesi di Novara, il santuario della Madonna della Misericordia a Valmala nella Diocesi di Saluzzo, il santuario di Maria SS. Vergine Potente a Moncrivello nella Diocesi di Vercelli, il santuario Madonna delle Nevi a Machaby nella Diocesi di Aosta.

Il percorso di “Santuari e Comunità” prevede la presentazione dei progetti definitivi entro il prossimo aprile per le Diocesi di Alba, Casale Monferrato, Cuneo, Novara, Vercelli, ed entro ottobre per le Diocesi di Asti, Aosta, Biella, Fossano, Saluzzo, Tortona. Seguirà la realizzazione dei progetti, in parallelo con l’attività di raccolta fondi (“fundraising”), svolta da giovani specificatamente formati per attivare campagne di donazioni a sostegno degli interventi di restauro dei santuari e delle iniziative sociali e culturali ad essi collegate, sul modello già sperimentato con successo per il santuario della Consolata di Torino.

“I santuari, da sempre meta di pellegrinaggi e di devozione popolare di rara suggestione, non sono solo punti di arrivo, ma anche di partenza: luoghi in cui tessere e ricostruire relazioni sociali e di comunità, favorendo l’incontro e l’inclusione di persone con il loro bagaglio di storie uniche e, talvolta, persino esemplari. – dichiara il presidente della Fondazione CRT, Giovanni Quaglia – Il grande progetto Santuari e Comunità conferma l’impegno, in termini di risorse economiche, competenze e idee, della Fondazione CRT per il patrimonio artistico ecclesiastico, insieme alle Diocesi e alle realtà sociali e culturali del territorio: è solo dal lavoro di squadra che possono nascere progettualità innovative per la salvaguardia di questi beni, accanto a percorsi di coesione sociale e di promozione culturale, per far crescere i santuari e restituirli alle comunità del terzo millennio”.

“Nella storia i santuari sono luoghi popolari, frequentati non da nicchie, ma da tutti. Sono luoghi trasversali. – afferma il Vescovo Delegato per i Beni Culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Piemontese Mons. Derio Olivero – Oggi, in una società frammentata, abbiamo bisogno di riscoprire luoghi trasversali, capaci di ridire il senso di una comune appartenenza. Il progetto “Santuari e Comunità” mira a far riscoprire questa valenza popolare dei santuari.

E, dunque, la valenza inclusiva. La sfida è quella di stimolare una rinascita moderna del santuario come luogo non solo di devozione confessionale, ma come luogo di ritrovo, come spazio per la cura della vita interiore, come opportunità per curare la ricerca degli uomini e delle donne di oggi.

Desideriamo vedere i santuari come luoghi che intercettano le spiritualità moderne, che integrano la cura del corpo e la sensibilità ecologica”. Fondazione CRT prevede di destinare al progetto “Santuari e Comunità” fino a 5 milioni di euro.

I progetti, presentati da enti ecclesiastici titolari di santuari piemontesi o valdostani, canonicamente riconosciuti, in partenariato con associazioni no profit operanti in ambito sociale e culturale, potranno beneficiare fino a 250.000 euro ciascuno.

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