Scrivete biglietti d’auguri
di Patrizia Ferrando
Apparirà, forse, una trovata anacronistica, potrà magari sembrare una scelta vagamente frivola, per quanto la gentilezza vesta talvolta i panni del non indispensabile: io caldeggio l’invio dei biglietti d’auguri o, almeno, la loro preparazione per accompagnare doni e pensierini natalizi.
Un cartoncino augurale, proprio in virtù del suo costo irrisorio, a fronte di un significato bello e rilevante, diviene latore esemplare di un atteggiamento gentile. Per mostrare la migliore delle disposizioni “inutili” verso persone più o meno vicine, basta attenersi a poche, semplici indicazioni. Chiunque sia il destinatario, il biglietto dovrà essere personalizzato e scritto a mano: dimenticate i cartoncini “seriali”, preconfezionati in modo generico e indiscriminato, e anche quelli già stampati su cui alcuni aggiungono soltanto una sbrigativa firma. Questi sono davvero uno spreco di carta poiché non vanno oltre l’equipollente delle mail inviate a ogni indirizzo. Prestate attenzione ai tempi, per far giungere al momento opportuno le vostre parole, non troppo presto e non troppo tardi.
Ai nonni e agli zii recherà probabilmente piacere ricevere una creazione con fogli, colori e brillantini dei nipoti, ma si tratta di “opere” da mantenere nella stretta cerchia familiare; in egual misura, chi si diverte coi lavori manuali li riservi ad amiche carissime e parenti vicini.
Per amici, e per qualche conoscente, meglio optare per biglietti anche semplici ma di qualità, selezionati secondo il proprio gusto e il proprio stile ma senza dimenticare quelli del destinatario, e la garanzia di una sobria eleganza. Non occorre stilare testi complessi e lanciarsi in voli pindarici: pensate a un ricordo, a un dettaglio personale, a un riferimento mirato da unire a formule di felici auspici e l’augurio riuscirà perfetto e gradito.
Il senso letterale, del resto, sta nell’auspicare cose buone e belle. L’àugure, per i Romani, era colui che prediceva il futuro. L’augùrio è quindi il desiderio di qualcosa di lieto.
Per questo già nell’antica Roma ci si scambiavano verbalmente augùri nella speranza di momenti felici.
I biglietti d’inizio d’anno circolavano tra studenti e professori dalla fine del quindicesimo secolo: più di centoventi anni dopo, comparirono in altri ambienti.
All’inizio dell’Ottocento si preparavano cartoncini incisi o litografati; poi, grazie allo sviluppo della stampa, il fenomeno fu di massa.
La prima forma “popolare” fu creata nel 1870 da un litografo inglese, tal John S. Day, che stampò su una semplice cartolina postale da mezzo penny una cornice di vischio e agrifoglio con, al centro, la classica frase “Buon Natale e felice Anno Nuovo”.
patrizia.marta.ferrando@gmail.com