Se regalate fiori, vini e libri
di Patrizia Ferrando
In questo momento, tutti speriamo di tornare presto a scambiarci inviti a pranzo e a cena, a frequentare la nostra cerchia di amici e conoscenti anche con quel pizzico di ritualità italiana insita nello spirito conviviale.
E che cosa si porta a chi ci invita? Se pensate al quasi proverbiale mazzo di fiori, ricordate che, per qualsiasi manuale di galateo, non andrebbero mai portati con noi, bensì inviati.
La ragione si spiega facilmente: se si ricevono dei fiori recisi, occorre subito metterli in un vaso, mai lasciarli languire. E se un contenitore adatto non si trova? Se le pentole richiedono sorveglianza? Se siamo nel pieno della confusione di arrivi e presentazioni?
Insomma, se non credete sia il caso di far consegnare un omaggio floreale, non gettate nell’agitazione un’anfitriona già trafelata; portate una pianta dalle dimensioni discrete o una composizione che non imponga di essere sistemata nell’acqua. Per favore, però, non replicate una iniziativa cui mi accadde di assistere: una commensale si presentò reggendo un centrotavola di gerbere. Voleva sembrare originale? Esistono fiorai che danno consigli perversi? Non lo so: di certo, non riesco a trovare una motivazione decorosa per un dono che, per pregressa preparazione e abbinamenti, sulla tavola non poteva trovar posto.
A proposito di regali da portare a tavola, passiamo a un classico non troppo facile, ovvero la bottiglia di vino.
Ovviamente non stiamo parlando di una cena non formale, dove ci si accorda per portare ciascuno qualcosa.
La bottiglia potrebbe stridere con le pietanze, e mettere in difficoltà i padroni di casa, “costretti” ad aprirla durante il pasto.
Se volete regalare vino, optate per una pregiata etichetta o una produzione singolare per territorialità, e precisate con leggerezza che è destinata a un momento diverso rispetto alla cena imminente.
Ideale orientarsi sui cioccolatini, di qualità e belli da vedere, che verranno condivisi al momento del caffè.
Poco usato, e invece apprezzabile, ricompare l’omaggio di un libro. Va bene un testo di qualsiasi genere, però che abbiamo letto, e che, proprio di conseguenza, pensiamo sia giusto per chi lo riceve: il perché lo spiegheremo scrivendolo in una breve dedica.
In tema, vi “giro” un consiglio emerso durante un corso di buone maniere. Vi assale il timore che regalare un volume sul galateo sembri esortazione a colmare lacune?
Mettete nero su bianco una frase in cui lodate, ad esempio, le doti di padrona di casa della destinataria, e la sua sintonia con i gesti gentili descritti nel testo… e passa ogni paura.