Se Tik Tok decide per noi
Di Ennio Chiodi
Pellicciotto e copricapo in pelo, tute sgargianti, trucco marcato, pomelli rossi sulle guance paffutelle, labbra prorompenti e parlata cantilenante nel dialetto stretto del Pallonetto di Santa Lucia, uno dei rioni più popolari del centro di Napoli: Rita De Crescenzo è una “influencer” napoletana che – di questi tempi– va per la maggiore. “Svergognata” si fa chiamare su “Tik ToK”, il social nato per i giovani e oggi frequentato da intere famiglie e da tutte le generazioni. Un look e un profilo lontano da quello raffinato di Chiara Ferragni e delle sue colleghe modaiole, ma il “mestiere” è quello: convincere più persone possibile ad acquistare accessori, gioielli, dolciumi e balocchi con l’unica garanzia dei loro “like”, della loro approvazione. Rita non si limita a promuovere prodotti; anima feste e banchetti, con l’immancabile sottofondo della musica neomelodica. È parecchio amata, a giudicare dai quasi 2 milioni di follower dei suoi video, nonostante alcune accuse di spaccio e di inevitabile “vicinanza” con esponenti della camorra. Del resto avere qualche guaio con la giustizia può capitare a tutti, come dimostra la vicenda della sua elegante collega milanese e della beneficenza da pandoro. A Rita non manca la fantasia: grazie ai suoi video – «qui è bello assai, la neve è un sogno»–, alla complicità di agenzie di viaggio locali, più o meno “trasparenti” e di altri suoi colleghi “tiktoker”, è riuscita a convogliare in una sola giornata migliaia di persone e oltre duecento pullman sulle nevi di Roccaraso, una delle più note e gradevoli località turistiche dell’Appennino. Un disastro: strade bloccate, accampamenti da “pranzo al sacco” sui campi da sci e conseguente distesa di rifiuti di ogni genere, locali assaliti alla ricerca di servizi igienici, fuga precipitosa degli abituali frequentatori della cittadina. Molti aspiranti sciatori per un giorno non sono neppure riusciti a raggiungere l’agognata meta e la neve – quando è andata bene – l’hanno vista dal finestrino del torpedone. Il fenomeno è rientrato nel week end successivo anche se si minacciano nuovi movimenti di massa verso la vicina Ovindoli, dove già si stanno predisponendo le contromisure. Che si tratti di gite fuori porta o di pandori, non ci resta che riflettere sui comportamenti di chi affida le proprie scelte alle preferenze, tutt’altro che disinteressate, di qualcun altro. Rinunciamo, del resto, anche a decisioni ben più importanti come quelle che attraverso il voto possono condizionare la nostra vita, il nostro futuro e quello dei nostri figli. Rinunciamo alla responsabilità in favore della delega, ma non lamentiamoci se poi c’è chi lucra sui pandori in beneficenza o sulle gite finite male.
ennio.chiodi@gmail.com