Sergio e Asia fratelli d’Italia
Di Silvia Malaspina
Caro il mio presidente Sergio Mattarella, ho letto con piacevole sorpresa del tuo intervento a difesa di Asia, la giovane paziente ricoverata nel reparto di Oncologia Pediatrica dell’ospedale “Santobono” di Napoli, che, per ingannare le lunghissime ore delle proprie sofferenti giornate, postava sui social alcuni video, per i quali era stata presa di mira dagli haters che le hanno indirizzato parole di odio vergognoso e disumano. Tu, caro presidente, commentando un video in cui Asia suonava il pianoforte nella ludoteca del reparto, le hai indirizzato un messaggio di incoraggiamento: “Asia, ho visto il tuo video e sei bravissima. Complimenti per la tua forza e auguri!”. Asia, sorpresa, ha poi rilasciato un’intervista a Il Mattino, in cui ha dichiarato: “Al presidente Mattarella dico grazie per il supporto. Il suo messaggio mi ha reso estremamente felice. Mi sono emozionata. Mi sono sentita più forte”. Anche io mi sono emozionata e ho approfittato di questo episodio per rinverdire la mia stima nei tuoi confronti. Devi sapere che ho la tendenza a essere un po’ “rottamatrice”, perché mi schiero sempre dalla parte dei giovani e mi piacerebbe assistere all’avanzata delle nuove generazioni in tutti i campi, non ultimo nelle Istituzioni che, nonostante qualche timido segnale di inversione di tendenza, sembrano essere occupate in saecula saeculorum dalle stesse persone. Devo quindi inchinarmi di fronte a questa tua iniziativa: all’età di 83 anni ti sei dimostrato non solo un sapiente utente dei social, ma lo hai fatto in modo più empatico, sensibile e coinvolgente rispetto a molti nativi digitali. Il fatto poi che un Capo di Stato trovi il tempo per la vicenda, seppur grave e commovente, di una comune cittadina, ci dimostra più di mille parole e più dei ridondanti slogan elettorali la concreta vicinanza delle Istituzioni alle persone. Qualcuno potrebbe obiettare che uno dei tuoi collaboratori ti abbia fatto la “soffiata” circa questa particolare circostanza: è verosimile, ma avresti potuto ignorarla e passare oltre. Invece hai strappato qualche minuto del tuo tempo votato al servizio dello Stato per porti al livello di una 14enne vulnerabile nel corpo e nello spirito: non hai pronunciato eclatanti sermoni, non hai tuonato con autoritarismo dallo scranno presidenziale, hai scritto un messaggio chiaro, immediato, non paternalistico né da avvocato difensore. A discapito dell’età, o forse proprio grazie a essa, hai messo in pratica le parole del nostro Inno, diventando fratello di Asia.
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