Sfide piccanti sul balcone
Di Arianna Ferrari e Andrea Rovati
LEI
Quest’anno la primavera si fa un po’ desiderare e le temperature sono piuttosto basse per la stagione. Per tale motivo il nostro balcone ha dovuto attendere. Ma ai primi cenni di miglioramento climatico rinasce in noi una voglia incredibile di fiori e piante. Io, che ho sempre guardato con sospetto le teorie su cromoterapia, aromaterapia e simili, mi devo ricredere. I colori ma soprattutto i profumi cambiano in positivo il mio umore. Forse aveva ragione Iosif Brodskij che in Le fondamenta degli Incurabilisosteneva che annusare è legato a un atto così vitale come respirare da poter scatenare in noi una sorta di memoria ancestrale e indelebile. E dunque gelsomino, tiglio, caprifoglio, rosa ed erbe aromatiche sono le mie fragranze preferite. Inoltre, sono cresciuta in campagna con un padre che aveva un magnifico orto perciò guardare crescere dei frutti mi dà una gioia straordinaria. Quindi nel weekend è partita la campagna “balcone fiorito”. Ora lo ammiro e sono molto soddisfatta. Il bianco e il rosa dei fiori, il verde delle piante aromatiche e poi loro: pomodori e peperoncini. Per quanto riguarda questi ultimi ogni anno ognuno sceglie rigorosamente la specie che vuole coltivare e inizia una sorta di sfida. Di solito vinco io non perché sia più brava ma perché scelgo qualità più facili da coltivare mentre ad Andrea piace il gioco più duro. È davvero emozionante prendersene cura, vedere i piccoli progressi quotidiani e poi arrivare al raccolto. Che meraviglia la natura.
arifer.77@libero.it
LUI
Manifesto contro la persecuzione della tecnica: app subdole, burocrazia informatica spietata, elettrodomestici ribelli ora basta! Almeno nella bella stagione riprendiamoci il giusto posto nel mondo… e cominciamo sul nostro balcone costruendoci alcuni angoli verdi che aiutino a riconciliarci con la meraviglia della natura. Fiori innanzitutto, ma anche il peperoncino: da quando Cristoforo Colombo lo portò in Europa con il suo secondo viaggio gli europei se ne sono invaghiti, per non parlare dei popoli asiatici, e la passione per il piccante ha contagiato anche me e Arianna. Ce ne sono molti tipi, che differiscono per epoca di maturazione, vigoria della pianta e soprattutto per grado di piccantezza (la famosa scala di Scoville). Ogni anno ciascuno sceglie i suoi e ne nasce una specie di gara: durante l’estate li curiamo e li osserviamo con la trepidante attesa dei risultati. Alcuni crescono bene, come l’Habanero, un peperoncino cubano piuttosto piccante che mette d’accordo sia me (che prediligo quelli estremi) sia Arianna (più moderata); con altri invece facciamo fatica, ad esempio ho impiegato due anni per vedere qualche frutto di Scotch Bonnet, un peperoncino giallo giamaicano. Uno invece è tabu: il famigerato Bhut Jolokia, un peperoncino indiano piccantissimo che si è sempre ostinatamente rifiutato di crescere. Quest’anno riparte la sfida con scelte più patriottiche, ossia calabrese, piramid e Stromboli mazzetti; ma io non mi accontento: Bhut Jolokia, la sfida continua!
andrea.rovati.broni@gmail.com