La colazione degli stoici

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Di Arianna Ferrari e Andrea Rovati

LEI

La colazione per me è fondamentale. Non posso neanche lontanamente pensare di saltarla, tant’è che quando si scelgono gli hotel per le vacanze, la colazione deve essere inclusa. Andrea sa che farei tribolare come una bambina qualora dovessi uscire a digiuno per cercare un luogo dove sfamarmi. Perciò su questo mi accontenta sempre; iniziare la giornata con una moglie nervosa credo faccia parte delle cose da evitare nel decalogo “come sopravvivere a un matrimonio”. Durante la settimana ognuno la fa da solo. Lui ringrazia il cielo. Legge qualcosa, non mi sente parlare e si gode un po’ di quiete. Se capita che anch’io inizi il lavoro un po’ più tardi, mi sopporta stoicamente ma so che agogna la sua beata solitudo. Il weekend invece, quando accade di essere entrambi a casa, è preparato, forse rassegnato. Non può sfuggire. Con questa consapevolezza accetta l’inevitabile. Anch’io però a volte soffro. A tavola sono lunghissima lo so, ma se sono a casa mi piace prendermela con calma. Mi faccio un primo caffè lungo, poi un secondo e infine un ristretto. E mentre io sono alle prese con fette biscottate, marmellate e magari qualcos’altro, parte l’operazione scopina. Sono ancora lì con la tazzina in mano e vedo uscire dalla cucina sedie e suppellettili varie, devo alzare i piedi per facilitare le pulizie e ogni volta dico: «Ma proprio adesso?!» Risposta categorica: «Sì.» Sono momenti difficili ma anch’io so essere stoica e coraggiosa.

arifer.77@libero.it

LUI

Domenica è il giorno in cui scriviamo i nostri articoli, il pomeriggio (se siamo bravi) o la sera, poi resta la notte un po’ inquieta fino a lunedì mattina e si ricomincia. Un pensiero però porta un po’ di conforto: la prima colazione sarà una piccola oasi di pace prima della tempesta. Nei giorni feriali non è un pasto ma una sorta di intercapedine che poni tra te e il caos del mondo; non serve solo a nutrirsi ma è pure quello spazio di tempo anche breve nel quale la mente è fresca e può spaziare e mettere a fuoco, come un miope (io) che si rimette gli occhiali dopo il risveglio. Carburante essenziale è ovviamente l’amato caffè: un po’ seguace di Montalbano, pur non disponendo ahimè di una verandina sul mare, comincio con una “cicaronata”, ossia con una grossa moka (almeno da due) che bevo solo io (anche perché Arianna è più millennial e cialdofila di me). Ciò che mangio è un dettaglio secondario, quel che conta è ciò che leggo in quei 10 minuti, magari un articolo del Popolo, un saggio su Limes (Rivista Italiana di Geopolitica, un tomo mensile che Arianna guarda con un misto di sufficienza e disapprovazione, dimenticandosi peraltro che è stata lei a regalarmi l’abbonamento), l’homepage di gazzetta.it o tre pagine di un romanzo. Se invece siamo a casa, la giornata è libera e possiamo fare colazione insieme, le cose cambiano: Arianna la ama in modo viscerale e tutto diventa più rilassato e lungo, molto lungo, così lungo che se fosse per lei saremmo ancora lì all’ora di cena.

andrea.rovati.broni@gmail.com

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