Si allarga l’indagine sulla cantina “Terre d’Oltrepò”
Alcuni produttori chiederanno i danni
BRONI – Si allarga l’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto la cantina di Broni per la presunta adulterazione di un lotto di Metodo Classico con la glicerina sintetica. Dopo la maxi perquisizione della scorsa settimana agli stabilimenti di “Terre d’Oltrepò” nei giorni successivi è proseguito il lavoro degli inquirenti che si sono concentrati anche su una fornitura di 200.000 litri di vino rosso sfuso venduti dalla cantina alla società Enoitalia di Verona, che poi l’avrebbe restituita a “Terre”. Le forze dell’ordine si sono presentate nella sede dell’azienda veronese per acquisire la documentazione relativa a questa fornitura e interrogare alcune persone. Decisivi, poi, saranno gli esiti dell’esame del “dna” sui campioni di vini, prelevati dagli stabilimenti di Broni, Stradella, Santa Maria del-la Versa e Casteggio, che dovrebbero arrivare tra un mese, per capire il contenuto del prodotto e procedere a tutte le verifiche necessarie.
Intanto, in Oltrepò impazza il dibattito intorno all’ennesima inchiesta che ha coinvolto il mondo del vino locale e, in particolare, la cantina di Broni. Un gruppo di produttori, capitanato da Pierangelo Boatti di “Monsupello”, è pronto a far partire un’azione legale con richiesta di risarcimento danni contro la dirigenza di “Terre” e del Consorzio di tutela, a cui hanno anche chiesto le dimissioni. Il presidente della cantina, Andrea Giorgi, ha inviato una lettera ai 700 soci ribadendo la totale estraneità dell’azienda dai fatti che vengono contestati ed è pronto, quando la situazione sanitaria lo consentirà, a convocare un’assemblea per spiegare tutta la vicenda. A Giorgi, però, ha risposto l’ex consigliere della cantina, Emilio Bosini, che ha attaccato la politica commerciale degli ultimi anni, «che ha portato a un risvolto negativo sui prezzi dei vini e di conseguenza sulla liquidazione delle uve»: «Caro presidente, se vuoi veramente bene alla tua azienda, ai tuoi soci e all’Oltrepò, valuta di farti da parte e risolvi (spero con successo) la tua imputazione» è l’invito lanciato da Bosini. Inoltre, i “soci dissidenti” stanno raccogliendo le firme (ne servono 70) per indire un’assemblea straordinaria.
Il dibattito si è spostato anche sul fronte politico, dove si è registrata una spaccatura nel Centrodestra pavese: da una parte l’europarlamentare leghista Angelo Ciocca che ha presentato un’interrogazione al Parlamento europeo, chiedendo la revoca dei fondi Ue alla cantina, nel caso vengano accertate eventuali responsabilità nella vicenda; dall’altra, invece, il deputato forzista Alessandro Cattaneo, che invoca maggiore prudenza e che la politica rimanga fuori dalla questione, fiducioso che la cantina di Broni saprà fornire tutte le spiegazioni sull’accaduto.
Oliviero Maggi