Si fa un salto ad Arquata?

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Di Pier Luigi Feltri

Situata tra le colline piemontesi e l’Appennino ligure, Arquata Scrivia può vantare una storia ricchissima, legata ai traffici commerciali e militari che hanno attraversato la valle fin dai tempi antichi. Oggi rappresenta un importante nodo ferroviario sulla linea Genova-Torino, ed è raggiungibile facilmente anche tramite l’autostrada A7. Il centro storico ospita la chiesa parrocchiale di San Giacomo. Già presente nel ’200, ha subito numerosi rimaneggiamenti nel corso dei secoli. Ha una facciata neoclassica e un interno a tre navate. L’altar maggiore, in stile barocco genovese, fu realizzato dallo scultore genovese Andrea Torre nel 1762. Di Felice Atzori i tre affreschi della volta: l’Assunta, il Supplizio di S. Giacomoe S. Rocco fra gli appestati. Al centro dell’abside è collocato un dipinto raffigurante San Giacomo “Matamoros”, del pittore Antonio Muratori di Voghera (1812). Dal presbiterio una stretta scala conduce alla cripta affrescata, cui si accede anche da via Libarna mediante un ingresso dedicato. Fu edificata a partire dal 1633 come sacello della famiglia Spinola. La caratteristica via Interiore collega la chiesa a palazzo Spinola, principale architettura civile di Arquata. Con le sue linee severe testimonia il potere della famiglia che ha dominato il borgo per secoli. Oggi ospita il municipio cittadino. Volgendo lo sguardo dalla piazza antistante, non molto sopra il palazzo si può scorgere una torre medievale (sec. XII). È ciò che rimane di un castello che dominava il borgo e controllava il passaggio lungo la Scrivia. Costruita in pietra di Montaldero, presenta una pianta quadrata ed è alta 22 metri. La cima è decorata da tre fasce di archetti ciechi. Altro elemento interessante, situato presso un angolo della piazza, è l’antico pozzo. Citato dal 1598, la sua struttura ha l’eleganza di un primo barocco di area ligure. Insieme alla torre rappresenta il simbolo di Arquata Scrivia. Nel centro storico si trova anche la Casa Gotica (via Interiore 31), con la sua struttura in legno tipica dell’architettura medievale nordica. Oggi rappresenta una testimonianza unica, nel contesto territoriale, della tecnica costruttiva a pareti intelaiate. Secondo le cronache erano diversi, ancora nell’800, gli edifici di tale fattura situati presso il paese. Si segnala, attiguo al camposanto cittadino, un piccolo cimitero di guerra, che ricorda una guarnigione britannica (di 36 mila elementi!) qui stanziata durante la Grande Guerra. Vi rimase fino al 1920.

pierluigi.feltri@gmail.com

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