Siamo umili, serve un madrelingua

Visualizzazioni: 218

Di Davide Bianchi

Mi sono messo in testa, ormai da qualche anno, che forse non basta limitarsi a portare avanti un progetto di didattica in una seconda lingua chiusi all’interno delle quattro mura della propria aula. Non è sufficiente avanzare la pretesa di lavorare in inglese, se poi la pratica di questa lingua non viene messa alla prova, misurata e confrontata all’esterno, con e da qualcuno che sia anche più competente del sottoscritto, ancor meglio se madrelingua. È normale, bisogna avere non solo l’umiltà, ma soprattutto la lucidità di riconoscere che è utopistico, oltre che ipocrita, pensare di bastare a se stessi e quindi non mettersi mai in gioco, mai alla prova dei fatti, con un soggetto che sia capace di valutarti e mostrarti limiti e prospettive di miglioramento. Questo discorso vale tanto per gli studenti, quanto, forse ancor di più, per noi insegnanti. Poi vale se pensiamo che la lingua inglese, ne parleremo in qualche articolo più avanti, pur non avendo una sintassi forse poi così articolata, si presenta per quanto riguarda la semantica come un vero e proprio inestricabile ginepraio. Un intricato labirinto nel quale i casi di sinonimia, omonimia e polisemia tra i vocaboli necessitano un grosso lavoro e un grande impegno per mettere un po’ d’ordine al fine del loro impiego nel giusto contesto nel quale avviene la comunicazione. Così, al fine di evitare che la lingua usata diventi stagnante, monotona e puramente strumentale, è necessario avviare qualche strategia che presupponga un’apertura verso l’esterno. In primo luogo l’insegnante dovrebbe interagire almeno via web con dei madrelingua, settimanalmente, oltre che usufruire degli innumerevoli servizi in lingua inglese che internet offre. Quindi sarebbe opportuno coinvolgere dei madrelingua in progetti di lettorato all’interno delle classi, cosa che la mia scuola fa. Infine preparare i bambini a delle certificazioni in inglese attraverso degli enti accreditati. Quest’ultimo punto è importante per darsi insieme degli obiettivi da raggiungere, ciascuno secondo le sue possibilità. Abituare gli alunni da subito a un breve esame orale, possibilmente ogni anno, con un esaminatore madrelingua, potrebbe essere un ulteriore occasione di crescita personale e collettiva.

biadav@libero.it

Commenti: 0

Il tuo indirizzo mail non sarà reso pubblico. I campi obbligatori sono segnati con *