“Siate rivoluzionari!”, parola del “giovane” Guzzetti
“Siate rivoluzionari!”: le decine di giovani studenti che venerdì 22 marzo hanno partecipato all’evento organizzato da Fondazione Cariplo al Piccolo Teatro Strehler di Milano per celebrare i primi 20 anni delle Fondazioni di Comunità, sono tornati a casa con il cuore e la testa affollati di stimoli. Poi, se a pronunciare questo accorato invito è un uomo di 84 anni, che dopo aver speso una vita tra la gente e per la gente, ha ancora tanta voglia di fare e di scommettere sul futuro, allora le sue stesse parole hanno qualcosa di innovativo. Lui è Giuseppe Guzzetti, il presidentissimo della Fondazione milanese; loro, che lo ascoltavano, sono ragazzi delle superiori, compresi i “nostri” ragazzi, accompagnati dalla Fondazione Comunitaria della provincia di Pavia. Adolescenti catapultati in una platea in cui, fino all’ultimo, non sapevano bene a che cosa avrebbero dovuto assistere. E in ultimo, appunto, dopo aver ascoltato le testimonianze di donne e uomini che hanno costruito la “vita buona” grazie al Progetto Fondazioni, dopo aver applaudito gli interventi di Moni Ovadia, Mara Maionchi, Giorgio Pasotti, Max Laudadio, si sono trovati al cospetto di quell’uomo che aveva passione da vendere. “Cambiate i vostri paesi, le vostre città. La coesione sociale non è un obiettivo, ma una condizione delle nostre comunità” ha aggiunto Guzzetti. E ha infine ricordato l’importanza di un’Europa unita, la lezione di Spinelli: “Bisognava andare verso la nascita degli Stati Uniti d’Europa!”. Ciò che rimane è un messaggio forte, la volontà di non smettere di credere in certi ideali, di pensare al domani come un’occasione per agire. È la risposta all’indolenza di tanti giovani sdraiati che hanno perso la speranza prima di farla fiorire. Qualcuno, tempo fa, aveva addirittura proposto di rottamare una certa classe politica perché troppo vecchia: ma lì in mezzo, se non fosse per l’età, c’è chi salterebbe i fossi per il lungo. Come dicono dalle mie parti. E i proverbi non sbagliano.