“Sono colpevole di aver lavorato 70 anni e di aver condotto gli eventi a questa situazione”

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Cadelazzi Borgo d’Arte: inaugurata la mostra “Omaggio a Pietro Bisio”

dalla collezione della famiglia Girani

TORRAZZA COSTE – “Arte è ricerca, è situazione che porta a una determinata emozione”: è questa l’idea che ha dell’arte il maestro Pietro Bisio a cui è stata dedicata la mostra-omaggio inaugurata domenica 5 maggio a Cadelazzi, frazione di Torrazza Coste. Predisposta all’interno dell’affascinante scenario di “Cadelazzi Borgo d’Arte”, spazio ricavato da un vecchio rustico e inaugurato lo scorso anno, l’esposizione pone al centro una serie di opere del celebre maestro Pietro Bisio da Gerola, realizzate tra il 1949 e il 2019. Una parte dell’allestimento è stato dedicato anche ad alcuni lavori degli artisti del Gruppo 7, di cui Bisio fa parte.

“Vorremmo che questo posto rimanesse per tanti anni come punto di incontro di natura culturale nel ricordo del mondo contadino”: ha detto Giuseppe Girani, sottolineando come tale obiettivo non potesse essere concretizzato più efficacemente se non con un omaggio a Bisio. Non si nasconde comunque il fatto che tra i due ci sia anche un profondo rapporto d’amicizia, durato 55 anni, che ha permesso alla famiglia Girani di accumulare una raccolta inestimabile dell’artista dell’Oltrepò. “Sono colpevole di aver lavorato 70 anni – ha aggiunto l’artista – e di aver condotto gli eventi a questa situazione”. Classe 1932, Pietro Bisio nasce il 28 marzo a Casei Gerola. Il suo interesse per l’arte trova terreno fertile già nella sua prima esperienza presso lo studio di Giansisto Gasparini, a Voghera, dove viene a contatto con la pittura “sociale”.

Frequenta poi a Milano l’Accademia di Belle Arti di Brera, dove segue i corsi del maestro Aldo Carpi e del pittore Domenico Cantatore. Quella di Carpi, in particolare, è una classe interessante di giovani allievi, che porterà a una precisa diffusione di idee e sentimenti alla base del movimento del Realismo Critico Esistenziale. La finalità condivisa è di riportare l’attenzione sulla condizione umana, tramite un’arte incentrata su una profonda riflessione lirica. La carriera artistica di Bisio riceve presto l’apprezzamento del pubblico e della critica, tanto da valergli riconoscimenti quali l’importante medaglia d’oro del Senato della Repubblica. Sono anche gli anni che gli permettono di organizzare le prime esposizioni personali, tra cui quella alla Galleria Spotorno a Milano, occasione in cui sarà introdotto dal suo stesso maestro, Aldo Carpi. Seguono numerose mostre anche di natura collettiva, assieme ai compagni di Brera, tra cui quella a Palazzo Reale a Milano nel 1964. La critica evidenzia il suo ruolo di interprete della cultura contadina, quasi come se si fosse posto come successore del celebre Pellizza da Volpedo (pittore su cui peraltro scrisse la sua tesi di laurea). Il suo è infatti uno sguardo attento al territorio dell’Oltrepò pavese, declinato con un linguaggio moderno, eccentrico ed estremamente denso di significato.

Tappa importante per il percorso di approfondimento artistico costituiranno i viaggi di studio in Europa, tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio del decennio successivo, che gli varranno anche la conoscenza di alcuni dei celebri artisti mondiali, quali Munch, Duchamp e Picasso. Dagli anni Settanta ad oggi la tecnica grafica di Bisio si è caricata di un tratto personale e di una pittura ricca di inquietudine e di vasta immaginazione, resa tramite i linguaggi meno convenzionali. Tra questi si ricorda il linguaggio polimaterico, in cui ogni piano di lettura viene sconvolto a vantaggio di una rappresentazione spontanea, che adotta qualsiasi tipo di oggetto in modo incondizionato.

“Un oggetto, insieme ad altri, a furia di accumularlo crea una situazione nel mondo. Qui è il momento in cui io comincio a raccogliere cose che finiscono sulla tela. C’è anche una denuncia che riguarda quello che è accaduto al mondo, alla società”. La casa di Bisio è sicuramente la dimostrazione più concreta non solo del suo immaginario artistico, ma anche di come l’arte possa entrare prepotentemente nella dimensione vitale di un uomo per lasciare ben poco spazio a tutti gli aspetti rimanenti della propria esistenza.

Il suo atelier, al cui interno è compreso anche un giardino segreto, è infatti un esempio di immersione in una serie di spazi cosparsi da disegni preparatori, opere terminate e in corso di realizzazione, cataloghi e oggetti legati ad altrettante visioni artistiche. I temi rappresentati si riferiscono a un’esistenza ricca di eventi e di voglia di andare sempre alla scoperta del nuovo, testimoniata dai suoi viaggi e avventure fuori dall’Italia, ma anche dalla ricerca del passato, del giusto modo di comunicare al pubblico il mondo della campagna e di come il tempo e il progresso abbiano cambiato questi scenari.

A intervenire all’inaugurazione è stata anche Manuela Bonadeo, esperta di arte. Di Bisio ha posto in rilievo la passione per la sua terra natale, Casei Gerola, ma anche il modo in cui ha saputo legarsi con eguale affetto agli scenari di Cadelazzi: “Tornare qui oggi e vedere esposto un percorso, che è silloge significativa per tutti i punti nodali della sua esperienza di artista, è un’emozione”. Di particolare importanza è stato anche l’intervento di Giuseppe Castelli, la cui collaborazione è stata fondamentale per l’allestimento della mostra. A suo parere, nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza la particolare predilezione e la storia di un’amicizia così forte come quella che ha legato Girani al maestro Bisio nel corso degli anni. Infine, è intervenuta Aurora Scotti, presidente dell’Associazione “Pellizza da Volpedo”, per lodare con particolare interesse gli aspetti più tecnici delle opere dell’artista: “Qui sembra si possa vedere la sequenza delle sue opere nel tempo, coi passaggi dal realismo all’informale. Si intravede anche un’ambiguità dell’essere e un certo tormento, caratteristico degli uomini del Novecento.”

“Omaggio a Pietro Bisio” rimarrà aperta al pubblico sino al 30 agosto, visitabile gratuitamente ogni sabato e domenica dalle 15 alle 18. Giuseppe Girani ha ricordato che sabato 8 giugno, alle ore 16.30, si terrà in questo spazio espositivo il “Dialogo con l’artista Pietro Bisio”, con gli interventi dei critici d’arte Manuela Bonadeo, Virginio Bono e Giuseppe Castelli.

Maddalena Baschirotto

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