Sorelle tutte

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di Maria Pia e Gianni Mussini

Non è facile in questi giorni non dire cose banali o superficiali sulla tragedia ucraina. Certo, c’è il dovere di approfondire, informarsi, studiare, in modo da evitare le chiacchiere da bar (o da… Facebook) che ci inondano.

Ma due cose rimangono, in ogni caso, sicuramente buone ed efficaci: la preghiera (la vera arma nucleare a disposizione dei credenti) e la carità, che – come insegna san Paolo – è la più alta e potente delle virtù.

Ecco, noi due abbiamo cercato, nel nostro piccolo, di partecipare a iniziative di preghiera, a partire da quella raccomandata dal Papa per il Mercoledì delle Ceneri. Non un grande merito, ma meglio di niente. E c’è da dire che non c’è momento orante che non sia toccato – come una dolce ossessione – dal pensiero per quella povera gente: a partire da Natalia, la colf ucraina che ci ha accompagnato per un tratto della nostra storia familiare, sino a diventare una vera amica; e dalla sua collega Ludmilla, che ha seguito la mamma di Maria Pia nel suo ultimo anno di vita… E senza dimenticare i poveri ragazzi russi costretti a fare da carnefici.

Ci è venuta un’idea, pensando proprio alle tante colf e badanti che vengono da quella terra e vivono tra noi. Così, in vista dell’8 marzo, Gianni ha partorito lo slogan “Sorelle tutte” (che richiama l’enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco) e da quello è nato il progetto: perché “In principio era il Verbo”, insegna il Vangelo di Giovanni.

Così l’8 marzo, coinvolgendo le principali associazioni del laicato cattolico, siamo andati in piazza, con un banchetto rivestito di carta crespa giallo-azzurra, i colori della bandiera ucraina, e naturalmente delle locandine create per l’occasione.

Poi abbiamo messo qualche mimosa sul banco, ed ecco che la gente ha cominciato a chiederne un mazzetto, facendo una libera offerta. Allora Gianni è corso a recuperare quattro grandi rami di mimosa, che Maria Pia con alcune volontarie hanno ridotto in tanti “ciuffetti” di dimensioni più contenute, fissandoli con un bel nastro azzurro.

Alla fine, dopo otto ore in piazza distribuendo quasi mille volantini, abbiamo raccolto un bel gruzzolo che è finito alla locale parrocchia ucraina, ma sappiamo che qualcuno ha già provveduto a versare un’offerta sull’iban dedicato.

Tra i molti che ci hanno fatto visita, il vescovo di Pavia, ma è venuta a ringraziarci di persona anche Ludmilla, che – come detto – aveva assistito la mamma di Maria Pia. Parlando dei suoi cari, in patria sotto i bombardamenti, si è commossa piangendo le lacrime pudiche di chi è abituato alla sofferenza.

Ecco, in questi giorni resi cupi anche per noi italiani dal fragore delle bombe – si “sentono”, pur se sono lontane – e da tanto dolore innocente, l’unico modo di affrontare la realtà senza disperarsi è crescere nell’amore e rendere luminose le giornate con qualche gesto di fraternità.

cantiamolavita@katamail.com

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