Spumante Oltrepò: nuove regole

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Il Consorzio di tutela ha approvato la modifica del disciplinare della Docg

TORRAZZA COSTE – Nuove norme e regole più restrittive per lo spumante oltrepadano. L’assemblea dei soci del Consorzio di tutela vini Oltrepò Pavese, riunita a inizio dicembre al centro Riccagioia di Torrazza Coste, ha approvato la modifica del disciplinare della Docg, che prevede tra l’altro la variazione del nome in “Oltrepò Docg Metodo Classico”, la raccolta manuale delle uve e l’inserimento della tipologia Riserva con almeno 48 mesi di permanenza sui lieviti.

«Il territorio, in un’assemblea caratterizzata da un clima sereno e costruttivo, ha approvato modifiche importanti per il futuro della denominazione al vertice della piramide qualitativa dell’Oltrepò. Inizieremo subito a lavorare per dare attuazione alle richieste dei soci e poter inviare, nel più breve tempo possibile, alla Regione Lombardia la documentazione necessaria all’approvazione di Regione, Ministero dell’Agricoltura e Commissione Europea» – spiega il direttore del Consorzio, Carlo Veronese.

«Un ottimo segnale. Bisogna andare nella direzione di valorizzare sempre di più i prodotti, renderli riconoscibili e identificativi di un territorio. – ha aggiunto Fabio Rolfi, assessore regionale all’Agricoltura – Conosciamo le difficoltà di un settore che, come altri, sta soffrendo il rincaro dei costi di produzione, ma abbiamo segnali economici positivi sulle vendite e sulle esportazioni. Per questo è necessario un percorso di valorizzazione che possa tradursi in ricchezza per tutto il territorio dell’Oltrepò e la sua attrattività, ma anche in redditività per le imprese».

Le altre modifiche riguardano la resa per ettaro, che passa da 100 a 120 quintali, e quella uva-vino che scende da 60 a 55. «Un importante passo avanti nel segno dell’unità del nostro comparto che in questi anni ha lavorato tanto per trovare soluzioni comuni, non siamo ancora perfetti, ma siamo coerenti e attenti alle necessità di un mondo complesso e condizionato da tanti fattori, penso al cambiamento climatico e alla situazione economica di incertezza generale. – il commento della presidente del Consorzio, Gilda Fugazza – Questo lavoro molto tecnico è frutto di un percorso che parte da lontano, dai tavoli dedicati alle denominazioni e non è di fatto ancora finito. Da presidente di un Consorzio mi auguro che in futuro la burocrazia che condiziona le “buone” pratiche del mondo della viticoltura e non solo, si snellisca e soprattutto sia più connessa alle esigenze dell’attualità condizionata pesantemente da variabili che ci impongono la vera resilienza e capacità di affrontare gli imprevisti».

o.m.

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