Sui passi di san Benedetto alla scoperta delle radici cristiane
Il racconto del pellegrinaggio organizzato dall’Ufficio diocesano dal 10 al 14 ottobre
TORTONA – Dal 10 al 14 ottobre un gruppo di fedeli della Diocesi ha trascorso cinque giorni meravigliosi nel pellegrinaggio “Sui passi di san Benedetto, patrono d’Europa”. È stato un intenso viaggio, vissuto all’insegna della preghiera, della contemplazione dell’arte e della bellissima natura umbra, abbruzzese e laziale, armonizzato da una gioiosa comunione fraterna, come quella descritta dal salmo 133: “Ecce quam bonum et quam iucundum habitare frate in unum!” (“Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme!”). Giovedì 10 ottobre alle ore 5.45 alle prime luci dell’alba, lasciando alle spalle l’insistente pioggia lombarda, il gruppo, accompagnato da Michela Ricco responsabile dell’Ufficio diocesano per la Pastorale del Tempo Libero, dei Pellegrinaggi e del Turismo e da padre Antonio Bongallino, sacerdote barnabita della comunità di Voghera, responsabile spirituale del medesimo ufficio, è partito verso il bellissimo e caldo sole dell’Umbria, facendo la prima tappa a Norcia, città natale di san Benedetto e santa Scolastica. A Norcia, città che porta ancora le ferite del terremoto del 2016, p. Antonio ha celebrato l’Eucarestia in un container all’interno di un convento, essendo la chiesa non ancora agibile, dove tutti sono stati accolti con grande amore e gioia dalle suore Benedettine, che hanno poi raccontato la loro storia e la loro missione tra gli abitanti del posto. Al tramonto l’arrivo per il pernottamento a Cascia, terra di santa Rita, e dopo aver pregato sulla sua tomba, la giornata è terminata con la cena. La mattina di venerdì 11 ottobre i pellegrini sono partiti alla volta di L’Aquila, patria di san Celestino V, grande uomo e Papa, appartenente all’Ordine di San Benedetto, definito da Dante Alighieri: “Colui che fece il gran rifiuto”. Dopo aver ammirato la bellezza artistica della possente chiesa di Collemaggio guidati dal Rettore della basilica, i pellegrini hanno partecipato alla S. Messa e hanno pregato sulla tomba di san Celestino. Padre Bongallino si è anche commosso ripensando al “Pallio” che Benedetto XVI aveva donato nella visita a Collemaggio il 28 aprile del 2009 e che ora è visibile sul corpo di Celestino V. Dopo un ottimo pranzo all’Aquila, la seconda tappa benedettina è stata Subiaco, prima dimora del santo. Dopo aver visitato il monastero di Santa Scolastica, il gruppo è salito al Sacro Speco, la grotta dove per ben tre anni Benedetto, dopo essere fuggito dalla corruzione della città di Roma e dal caos del mondo, si ritirò in solitudine, silenzio, penitenza e preghiera, guidato dal saggio e santo monaco Romano. Al tramonto, c’è stato l’arrivo ad Anagni “città dei Papi” luogo del famoso “schiaffo” a Papa Bonifacio VIII da parte di Filippo il Bello. Il terzo giorno è stato nella prima parte dedicato alla visita della Cattedrale di Anagni e nella seconda a Montecassino, cuore del pellegrinaggio, dove san Benedetto ha scritto la sua Regola e ha concluso il suo pellegrinaggio terreno. Dopo un goloso pranzo al ristorante “Zia Titina”, rimasta nel cuore di tutti, l’entrata all’abbazia Benedettina, con la visita ad alcuni luoghi santi, tra cui l’oratorio dedicato a San Martino, e dove san Benedetto, restando in posizione eretta sostenuto da due monaci, ha reso l’anima a Dio, tenendo fisso il suo sguardo all’altare, rivolto a Oriente. La giornata è terminata con la celebrazione eucaristica sulla tomba di san Benedetto e di santa Scolastica, pregando per l’Europa e in modo speciale per il vescovo Guido e per la comunità diocesana. Dopo aver lasciato l’Abbazia, in serata il rientro ad Anagni per il terzo pernottamento. La mattina di domenica 13 ottobre, è avvenuta la partenza per Rieti, ombelico d’Italia, seguita dalla cascata delle Marmore, all’insegna della contemplazione della stupenda natura. In serata l’ultima tappa del pellegrinaggio, Assisi, dove i pellegrini erano attesi presso la Domus Pacis. Il mattino seguente il pellegrinaggio si è chiuso con la Messa nella Porziuncola, nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Non potendo raggiungere la tomba del poverello di Assisi a causa del G7, il gruppo ha pregato sulla tomba di santa Chiara e poi del beato Carlo Acutis, il giovane che sarà canonizzato nel 2025. Nel pomeriggio i partecipanti hanno ripreso la strada del ritorno, spiritualmente ricaricati e rinvigoriti nella fede dalla luminosa testimonianza di san Benedetto, di santa Scolastica e di tanti altri incontrati in questo pellegrinaggio, che hanno saputo spandere nel continente europeo e in Italia il buon profumo del Vangelo. «Voglio esprimere un grazie alla nostra infaticabile Michela, che con sapienza e amore ci ha guidato e ha diretto tutta la parte tecnica e organizzativa – ha detto padre Bongallino – e un grazie lo rivolgo anche a tutti i pellegrini per la grande gioia vissuta insieme, condividendo davvero la bellezza dello stare insieme come fratelli e sorelle».