Supereroi in famiglia
Nell’anno 1989 nello stesso giorno 43 neonati nascono inspiegabilmente in diversi Paesi del mondo da donne che non mostravano alcun segno di gravidanza. Sette di questi bambini vengono adottati da Sir Reginald Hargreeves, eccentrico miliardario, che scopre i loro superpoteri e decide di farne una squadra pronta a salvare il mondo. Questa è la premessa di “The Umbrella Academy”, l’apprezzata serie tv Netflix tratta dall’omonimo fumetto ideato da Gerard Way e disegnato dal talentuoso Gabriel Bá.
La serie, disponibile con la prima stagione e con la seconda in arrivo il 31 luglio, è stata sceneggiata da Jeremy Slater, che realizza un ottimo lavoro nel trasporre sullo schermo le atmosfere esagerate e grottesche proprie del fumetto, non dimenticando però di dare grande spazio ai momenti intimi e introspettivi della vita dei protagonisti. La serie è molto diversa da quelle sui supereroi a cui siamo abituati: è dark ma piena di momenti di humor, c’è tanto di sovrannaturale ma è anche estremamente realistica, soprattutto nel tratteggiare la psicologia dei suoi personaggi. La trama è organizzata su diversi piani temporali: oltre ai flashback sul passato dei protagonisti ci spostiamo anche in un futuro post-apocalittico e negli anni ’50, l’azione principale resta però ambientata nel presente, quando i membri della famiglia sono ormai diventati adulti. Questa serie originale Netflix è piaciuta tanto perché si allontana dai prodotti di questo tipo a cui cinema e tv ci hanno abituato negli ultimi anni: è senza dubbio una delle storie di supereroi a fumetti più interessanti in circolazione e l’intuizione di Netflix di portarla sullo schermo ha restituito un significativo successo di pubblico. Tra poco vedremo la seconda stagione, cercando di saperne di più sui membri di questa famiglia disfunzionale, che devono imparare a superare un doloroso passato, venendosi incontro e perdonandosi gli errori commessi, esercizio che, a volte, è ben più difficile che salvare il mondo.