Teologia morale: prendersi cura dei cuori perché risuonino del bene

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È appena stato pubblicato dalle edizioni San Paolo (al prezzo di lancio di 149 euro) il “Dizionario di morale”, alla cui redazione sono stati chiamati anche diversi teologi piemontesi (Fabrizio Casazza, Chiara Corbella, Franco Garelli, Pier Davide Guenzi, Gianni Manzone, Paolo Mirabella, Francesco Occhetta, Giannino Piana, Antonio Sacco, Luca Savarino, Giuseppe Zeppegno).

Abbiamo chiesto di spiegare il senso di questa ponderosa e qualificata opera a uno dei curatori, padre Paolo Benanti, francescano del Terz’Ordine Regolare, professore associato di teologia morale presso la Pontificia università Gregoriana di Roma.

 

Chiariamo innanzi tutto che cos’è la teologia morale perché nel parlare comune quando si dice “fare la morale” s’intende di solito una noiosa ramanzina…

Nella vita di ciascuno ci sono momenti in cui ci si accorge che si possono compiere scelte diverse. La teologia morale è quella parte della riflessione della Chiesa che prende sul serio questa nostra condizione umana e cerca di darci degli strumenti per orientarci per il meglio. Però anche questo, come tanti altri campi del sapere umano, può degradare. Di solito questo fenomeno di perdita o distorsione dei significati si ha quando alle parole aggiungiamo il suffisso -ismo. Allora la morale che diviene moral-ismo non è più la vibrante ricerca della scelta giusta ma un copione scritto da altri, in cui invece del buono che possiamo fare per amore ci è indicato un buon-ismo e piet-ismo. Anche per disincrostare la morale dal moralismo abbiamo sentito il bisogno di questa opera. Abbiamo bisogno di ridirci le coordinate del ben-scegliere, le coordinate di un umano che vuole realizzare se stesso nel bene e nell’amore.

Come nasce questo testo e a chi è rivolto?

Per fare questa operazione abbiamo cercato nel panorama italiano i teologi morali più significativi e gli esperti nei diversi campi della disciplina. Il testo, che ha oltre 140 voci, spazia dalle categorie fondamentali (cosa vuol dire libertà, bene, coscienza, virtù) ai settori di frontiera della nostra contemporaneità, come le neuroscienze e l’editing genetico (correzione del DNA, ndr). Essere uomini che cercano il bene oggi significa guardare al mondo e alla sua complessità. Il testo allora nasce dalle frontiere della disciplina ma non è per addetti ai lavori. Il Dizionario è appunto uno strumento per i cristiani che vogliono navigare nel mondo d’oggi senza perdere la direzione del Regno. Le voci sono per essere comprensibili anche ai non esperti della teologia morale. La bibliografia alla fine di ogni voce è il punto di partenza per chi volesse approfondire poi la ricerca sul singolo tema.

Quali sono i suoi punti di novità e di forza?

L’ultima edizione del Dizionario era di 25 anni fa. In questi anni le tecnologie e le scienze hanno rivoluzionato il nostro modo di capire il mondo e di poter mettere le mani sull’uomo e sul Creato. Non solo: anche la riflessione teologica, forte dei tre pontificati che si sono succeduti, ha proseguito la sua crescita. Tutto questo oggi trova spazio in quest’opera facendone un testo di frontiera per chi vuole conoscere come la Chiesa guarda al mondo e alle sue innovazioni, per cercare di sentire come il Vangelo cerca di farsi cultura nel nostro oggi e per cercare di interrogarsi, con tutti gli uomini di buona volontà, sui temi che sfidano l’uomo. In particolare, le nuove voci (neuroscienze, tecnologia, internet, editing genetico, solo per citarne alcune) sono lo stato dell’arte sui temi che vibrano nel nostro oggi.

In che modo possiamo utilizzare eticamente le nuove opportunità offerte dalla tecnologia senza diventarne schiavi?

La tecnica non è un problema di per sé ma partecipa di intenzioni di male o bene in relazione al cuore – e alla mano – di chi la usa. Allora la risposta è: guardiamo alla mano ma puntiamo al cuore. La teologia morale è un prendersi cura dei cuori perché risuonino del bene che possiamo realizzare e rifuggano il male. Il Dizionario vuole essere un piccolo strumento al servizio di tutto questo.

Fabrizio Casazza

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