Tim senza rete. Ma noi…
Di Cesare Raviolo
Lo scorso 1° luglio Tim ha venduto, con il placet del Governo, la rete telefonica che supporta la trasmissione dei dati. L’acquirente è Optics Bidco Spa, capitale sociale di 50 mila euro, controllata da Optics Holdco Srl, capitale sociale di 10 mila euro, a sua volta controllata dal socio unico Kkr operatore finanziario. Optics Bidco Spa è partecipata anche da Abu Dhabi Investment Authority, Canada Pension Plan Investment Board, Ministero italiano dell’Economia e Fondo F2i. L’operazione, destinata a ridurre l’enorme debito di Tim, solleva non poche perplessità. Stride il fatto che il compratore sia Optics Bidco e non direttamente Kkr. L’accordo preliminare di vendita prevede che l’acquirente paghi a Tim 22 miliardi di euro, cifra impossibile per un soggetto che ha un capitale di 50 mila euro; per cui la soluzione consisterà nell’utilizzo del “leverage buy out”, tecnica finanziaria che prevede il pagamento con denaro della società acquistata. Optics Holdco potrebbe contrarre un debito con il sistema bancario o con la stessa Kkr e finanziare l’acquisto delle reti di Optics Bidco. Poi, le due società verrebbero fuse con conseguente annullamento dei rapporti di debito e credito tra loro intercorrenti. Resterebbe in vita il debito verso le banche o Kkr con l’onere del pagamento degli interessi e del rimborso a carico di chi gestisce le reti. Tim ridurrà il debito ma, non disponendo più della rete, diventerà una società di servizi e dovrà pagare a Optics Bidco l’utilizzo della rete. È facile immaginare che Optics Holdco e Kkr vorranno realizzare profitti (interessi sul credito e dividendi) e faranno investimenti solo se remunerativi. La proprietà detterà le regole di gestione ricorrendo, se utile, anche a delocalizzazioni in Paesi con minor costo del lavoro e minor pressione fiscale. Inoltre, pur essendo un privato, disporrà dei dati sensibili degli utenti, con tutti i rischi connessi per questi ultimi. Anche la rete telefonica è ormai un’infrastruttura strategica e come tale sarebbe opportuno fosse in mani pubbliche; questa poteva essere l’occasione, nell’interesse del Paese. Invece, è stata un’occasione persa. Ora, se la proprietà privata dovesse aumentare il canone praticato alle compagnie telefoniche, che importi dovremmo aspettarci di leggere sulle “nostre” bollette da utenti finali?
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