Tregue e accordi con L.
Di Davide Bianchi
L’anno scorso una collega dell’infanzia mi segnalò un bambino che frequentava la sua sezione. Mi disse che aveva nel gruppo questo alunno dotato di intelligenza e perspicacia alquanto spiccate, oltre che di una notevole capacità, sia nell’apprendere contenuti e pratiche, sia nel replicarli nei diversi contesti d’uso. Unica nota dolente: la sua forte personalità, il suo carattere a tratti oppositivo e la sua accentuata vivacità che lo rendevano spesso un caso non semplicissimo da gestire in classe. La collega fu dunque ai tempi molto premurosa sia nei confronti del suo alunno, sia nei confronti di Luisa e me, suggerendo per l’anno seguente l’inserimento del bambino nella nostra sezione di scuola primaria. Diciamo che Luisa e io ci siamo guadagnati negli anni una certa reputazione di insegnanti abbastanza severi e attenti alla disciplina. Era un po’ che vi volevo scrivere di questo tipetto, che quest’anno mi ha dato del filo da torcere, ma anche molte soddisfazioni, tuttavia non riuscivo mai a trovare quello stato di quiete necessaria per tematizzare a mente fredda il caso in questione. Oggi parliamo di L., 7 anni, alto, occhi verdi, di origine romena. L. non ha alcuna difficoltà a imparare, anzi; diciamo che uno dei suoi punti di forza è proprio l’appropriarsi dei contenuti appresi (forme geometriche, vocaboli in inglese, funzioni matematiche, etc.) e trasfigurali plasticamente inventando liberamente con quei materiali collage, origami, costruzioni e addirittura giochi da tavolo da fare con i compagni. Il problema è che spesso questa sua vena creativa si esprime proprio durante le lezioni o quando dovrebbe fare in autonomia delle operazioni o una scheda su quaderno. È qui dove lui e io abbiamo avuto qualche alterco, sempre concluso sulla base di tregue e accordi che vanno continuamente rinegoziati, perché se da una parte è giusto e doveroso che L. rispetti le regole e finisca il lavoro assegnato in classe, dall’altra è altrettanto fondamentale lasciargli a tempo debito e concordato quello spazio a lui necessario per dar sfogo al suo bisogno di sperimentare ed esprimere il suo personale modo di articolare il senso. È un sottile equilibrio, ma con pazienza e comprensione può essere raggiunto. Di una cosa sono sicuro: dite una parola in inglese, un sinonimo, che può tornare utile per definire in quella lingua il significato del vocabolo equivalente, e L., potete starne certi, anche a distanza di tempo, la userà all’interno di una frase. Diamante grezzo.
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