Troppe morti sui posti di lavoro

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Primo Maggio. La Cei: «Il nostro pensiero va a chi ha perso la vita nel compimento di una professione che costituiva il suo impegno quotidiano, l’espressione della sua dignità»

In occasione del prossimo 1° maggio, festa del lavoro, i Vescovi italiani hanno scritto un Messaggio nel quale ricordano le 1221 morti bianche del 2021 e i lavoratori che hanno subito infortuni. «Viviamo una stagione complessa, segnata ancora dagli effetti della pandemia e dalla guerra in Ucraina, in cui il lavoro continua a preoccupare la società civile e le famiglie, e impegna ad un discernimento che si traduca in proposte di solidarietà e di tutela delle situazioni di maggiore precarietà. – scrive la Cei – Le conseguenze della crisi economica gravano sulle spalle dei giovani, delle donne, dei disoccupati, dei precari, in un contesto in cui alle difficoltà strutturali si aggiunge un peggioramento della qualità del lavoro. La Chiesa che è in Italia non può distogliere lo sguardo dai contesti di elevato rischio per la salute e per la stessa vita alle quali sono esposti tanti lavoratori. I tanti, troppi, morti sul lavoro ce lo ricordano ogni giorno. È in discussione il valore dell’umano, l’unico capitale che sia vera ricchezza».

«Il nostro primo pensiero va, in particolare – si legge nel messaggio – a chi ha perso la vita nel compimento di una professione che costituiva il suo impegno quotidiano, l’espressione della sua dignità e della sua creatività, e anche alle famiglie che non hanno visto far ritorno a casa chi, con il proprio lavoro, le sosteneva amorevolmente. Così come non possono essere dimenticati tutti coloro che sono rimasti all’improvviso disoccupati e, schiacciati da un peso insopportabile, sono arrivati al punto di togliersi la vita».

Solo in Piemonte da inizio anno si registrano 20 morti sul lavoro e un aumento esponenziale degli infortuni. Criticità che toccano da vicino anche la provincia di Alessandria.

Poco meno di un mese fa, il 32enne Davide Scanio aveva tragicamente perso la vita presso la ditta Cavalleri di Arquata Scrivia. Poche ore più tardi, un operaio del reparto zincatura dell’ex Ilva di Novi Ligure avrebbe subito un gravissimo infortunio alla mano. Il tutto quando il Primo Maggio è ormai alle porte.

«Si contano 3 morti al giorno su scala nazionale. – spiega Elio Balistreri, consigliere nazionale Anmil ed ex presidente della sezione provinciale alessandrina – La Lombardia, con 24 decessi, è la regione più colpita d’Italia. Va inoltre tenuto conto della possibilità che non si riconoscano gli infortuni delle persone non in regola, perché c’è ancora tanto lavoro nero. C’è gente che invece di denunciare va in malattia. Noi, come associazione nazionale e provinciale, ci stiamo adoperando per realizzare servizi sulla testimonianza sui posti di lavoro. Sia io sia il presidente regionale ci siamo impegnati in questi mesi in due uscite in cui abbiamo portato le nostre testimonianze e posto l’accento sull’importanza della prevenzione. Abbiamo pure formato invalidi del lavoro per andare nelle fabbriche a parlare delle loro esperienze». In provincia c’è inoltre grande carenza di ispettori del lavoro, a cui corrisponde una inevitabile riduzione dei controlli nelle varie realtà industriali del territorio. «Si erano promesse assunzioni, ma per ora non sono state mantenute. – prosegue Balistreri – In sede nazionale abbiamo avuto un incontro con il ministro Orlando, ma al momento non è ancora emersa una posizione precisa. Nelle aziende mancano gli investimenti sulla sicurezza perché spesso vanno a cozzare con la produzione. Ad Alessandria ho avuto un incontro con l’Inail, chiedendo collaborazione per fare nuove uscite all’interno delle fabbriche della zona». Il contagio da Covid è stato intanto riconosciuto come infortunio sul lavoro.

«A Tortona il vice comandante della Polizia Municipale ha perso la vita a causa del Covid. – chiosa Balistreri – L’Inail ha inoltre aperto la strada per fornire assistenza psicologica agli infortunati».

Luca Lovelli

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