Turismo culturale, religioso, sportivo

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Il Tortonese, il Novese, le valli limitrofe e Gavi possono contare su grandi personaggi del passato, dal forte richiamo, sui quali puntare per una ripresa post pandemia

La ripresa delle attività culturali, prevista per questa settimana, sarà anche un ottimo segnale per il rilancio turistico della porzione di territorio piemontese su cui da alcune settimane si concentra l’approfondimento del Popolo. L’area che confina con Oltrepò, Monferrato e Appennino, comprendendo il Tortonese, il Novese, le valli limitrofe e Gavi, ha un’identità che deve essere fatta percepire anche all’esterno cosa che compatterebbe un territorio per troppo tempo diviso da campanilismi. Vini, tipicità culinarie, paesaggio, infrastrutture sono punti di partenza fondamentali che abbiamo trattato nei numeri precedenti. Un altro nodo che già genera da anni un flusso di visitatori sottotraccia ma numeroso e costante è legato ai grandi personaggi, unendo il turismo culturale a quello religioso e a quello sportivo. Pellizza da Volpedo, san Luigi Orione, Fausto Coppi, Lorenzo Perosi rappresentano eccellenze nei rispettivi campi a livello internazionale. La vitalità dell’offerta culturale fa di Tortona e del territorio limitrofo l’elemento potenzialmente trainante per tutta la zona e le aree vicine, in particolare l’Oltrepò, con cui la sinergia può farsi ancora più stretta. Così come il turismo religioso, fatto di pellegrinaggi ai luoghi orionini, dal santuario della Madonna della Guardia a Tortona alla casa natale del santo a Pontecurone, al santuario della Madonna di Montespineto, si basa su un flusso che viaggia autonomamente (almeno in tempi precedenti la pandemia…) ma può integrarsi con successo e interesse anche al resto dell’offerta culturale e paesaggistica, rappresentando una risorsa vasta e costante. Che poi a quest’area si debba trovare un nome identificativo, sia esso “Oltregiogo”, “Terre d’Incontro”, “Quarto Piemonte”, è tuttora un problema irrisolto. Ma potrebbe essere anche il punto finale della creazione di sviluppo.

Stefano Brocchetti

Don Paolo Padrini, direttore artistico: Il “Perosi Festival”

La figura di Lorenzo Perosi, il sacerdote compositore, sta conoscendo un percorso di valorizzazione e approfondimento grazie al “Perosi Festival”, inaugurato da qualche anno sotto la direzione di don Paolo Padrini. Gli eventi culturali stanno ripartendo e anche questo genere di proposta è un’occasione di sviluppo per la città. Sia dal punto di vista delle presenze, sia dal punto di vista dell’immagine del territorio: «Innanzi tutto porta visibilità al territorio, negli ultimi anni frequentato da musicisti e orchestre da tutta Italia e dall’estero. Ciò identifica Tortona come un punto di riferimento per l’espressione musicale e la città è conosciuta e riconosciuta sulle mappe e nei luoghi dell’indotto ricettivo e di somministrazione» – spiega don Paolo Padrini. «Poi l’obiettivo è di creare eventi di richiamo, anche per stimolare un flusso di visitatori: purtroppo occorrerà ripartire a seminare quanto la pandemia ha disperso in tutto il settore in questi due anni, ma si tratta di riavviare un progetto e non di cominciare da zero. Inoltre, abbiamo raggiunto l’obiettivo di inserire Perosi nei repertori delle orchestre e nello studio da parte dei musicisti, portando la musica cosiddetta sacra ad essere considerata al pari degli altri generi della classica. Anche le iniziative di concerti e registrazioni avvenute fuori zona hanno sempre riferito il legame al territorio natale di Perosi e le trasmissioni via etere e via web di concerti hanno comunque mantenuto vivo il percorso e fornito un po’ di lavoro a musicisti e tecnici anche durante la pandemia». Da queste iniziative e dagli eventi delle stagioni di prosa del teatro “Civico”, che negli anni ha avuto anche ruolo di teatro di prova per spettacoli a livello nazionale, sono arrivate visibilità e riconoscibilità al territorio: «Le basi ci sono, occorre un dialogo tra tutti gli attori delle iniziative culturali e degli altri settori che possono portare sviluppo turistico e con le istituzioni».

Sergio Vallenzona, sindaco di Castellania: Il mito di Coppi

Fausto Coppi, figura leggendaria in cui le gesta di un campione universale si innestano su una biografia che ne fece un personaggio estremamente popolare anche a chi non frequentava lo sport, è uno dei personaggi che maggiormente porta richiamo al territorio e ne rappresenta la sintesi dell’identità: tortonese di identificazione, novese di adozione e di buona parte di vissuto, nativo delle valli, a Castellania in valle Ossona. Esattamente riassume tutti gli elementi che stiamo analizzando. Un flusso silenzioso di turisti da tutto il mondo è in essere dal tragico epilogo della sua vita, con passaggi a Castellania da parte di visitatori anche internazionali, soprattutto francesi. Solo negli ultimi anni, tuttavia, il territorio ha cercato di trarre sviluppo dal potenziale che unisce la figura storica ai riferimenti culturali e al paesaggio, con l’opportunità del cicloturismo attraverso strade collinari bellissime e agevolmente pedalabili. Il lavoro dell’amministrazione comunale di Castellania, guidata dal sindaco Sergio Vallenzona, e la sinergia tra enti pubblici e associazioni, hanno cercato ogni opportunità: dalle grandi corse a tappe, alla ciclostorica “La Mitica”, al potenziamento della ricettività con la creazione della struttura Borgo di Castellania, agli eventi culturali, alla decorazione delle vie del paese con opere murali dedicate al Campionissimo. C’è poi la disputa campanilistica tra Novi e Tortona su quale sia la terra di Coppi: la creazione, oltre 20 anni fa, a Novi Ligure del Museo dei Campionissimi sembrava virare in questo senso, verso il Novese appunto, ma la partita non è mai stata chiusa a favore di una zona o dell’altra, anzi ora prevalgono le sinergie. L’utilizzo di tale museo anche per mostre d’arte e presentazioni di libri non indica confini territoriali rigidi e in futuro qualche voce politica ha anche ipotizzato l’idea di trasformarlo in un museo dei campioni di tutti gli sport, per allargarne la portata. Nel segno di Coppi, la visibilità mondiale garantita dagli eventi sportivi e le recensioni sulla stampa specializzata in turismo hanno mosso interesse ma la sensazione è che si possa ancora fare molto. E proprio questo può essere l’elemento unificatore che dia identità a una zona.

Lelia Rozzo, responsabile dell’Ufficio Beni culturali della Diocesi: Museo d’Arte Sacra

Nel segno di san Marziano, ma con l’obiettivo di valorizzare tutti i monumenti e la storia dell’arte cristiana sul vasto territorio della diocesi. Il Museo Diocesano di Tortona è un punto di riferimento importante per chi pratica il turismo culturale, e non solo. «L’offerta di questo museo non si indirizza solo al turismo religioso, ma è una proposta culturale di interesse generale, infatti la denominazione è Museo Diocesano d’Arte Sacra. Ci stiamo sforzando per fare superare l’ambito a cui erroneamente questo genere di musei viene relegato» – afferma Lelia Rozzo, responsabile dell’Ufficio Beni culturali della Diocesi. «In questa fase non andiamo ancora a una piena riapertura, perché al momento mancano i flussi turistici e aspettiamo che ripartano più attività. Ma per l’estate allestiremo un’esposizione degli arredi sacri della pieve di Fabbrica Curone nella nostra sede museale di Palazzo Spinola, a Rocchetta Ligure, in Val Borbera». Una funzione culturale quindi che valorizza anche il territorio limitrofo, tortonese e novese: «La nostra sinergia con la rete del volontariato ci permette di allestire le visite guidate ai monumenti, il territorio ha una grande vitalità dal punto di vista delle associazioni culturali e questa è una ricchezza su cui contare per la promozione e per la manutenzione. Abbiamo inoltre in essere ottimi rapporti con la pinacoteca “Il Divisionismo”, con cui condividiamo spesso i flussi di visitatori, e un percorso di turismo scolastico. Anche con l’Opera Orionina stiamo lavorando per portare al museo e quindi anche ad apprezzare il centro città, i gruppi del turismo religioso». C’è un’identità comune per il territorio? «Il Tortonese ha più offerta sotto questo punto di vista, rispetto ad altre zone del territorio. L’identità secondo me sta proprio nell’incrocio di diverse influenze: più ligure sul Novese, più lombarda sul Tortonese. Fare scoprire questi intrecci e queste differenze può essere un punto di valorizzazione».

Andrea Crozza, segretario della Fondazione CRTortona: Pinacoteca “Il Divisionismo”

La peculiarità di un pittore che ha vissuto e dipinto in un solo luogo è pressoché un unicum mondiale. E l’intuizione non è sfuggita all’associazione Pellizza e al Comune di Volpedo quando ha iniziato a lavorare, circa 25 anni fa, sull’identificazione del paese con il suo artista. Volpedo fa parte stabilmente dei circuiti dell’arte del nord Italia. L’allestimento della pinacoteca “Il Divisionismo”, nata 20 anni fa e specializzata in una precisa connotazione di un periodo artistico, è stato un evento fondamentale per la valorizzazione della zona: «Una visione lungimirante, di cui oggi si intravvedono i risultati ma che saranno apprezzati appieno solo fra qualche decennio» – ribadisce Andrea Crozza, segretario della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, ente fondatore e proprietario della pinacoteca in corso Leoniero. «Si evince dal flusso di visitatori, che prima della pandemia si era fatto consistente, come tale realtà sia percepita un po’ come un piccolo miracolo. Molti si meravigliano che in una città di provincia esista una struttura così curata e con un tale livello di dotazione artistica e ricerca scientifica». Tortona come una località d’arte? «Cerchiamo di contribuire in questo senso, ma la percezione è che la città sia conosciuta solo come luogo geografico. Ce ne accorgiamo quando i turisti, visitando la pinacoteca, scoprono la città e le colline circostanti, con un grande effetto sorpresa e apprezzamento unanime».

La pinacoteca riapre da questa settimana? «Sì, finalmente possiamo riaprire nei fine settimana, su appuntamento».

Anche a Volpedo i musei pellizziani nei fine settimana riaprono: Studio del pittore, Museo didattico in piazza Quarto Stato con installazione multimediale, itinerari sui luoghi pellizziani, tutti su prenotazione.

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