Tutankhamon e la sua tomba cento anni dopo

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La conferenza organizzata dal Rotary Club con Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, sul ritrovamento nella Valle dei Re

TORTONA – Martedì 8 novembre, presso la Sala convegni della Fondazione CR Tortona, il Rotary Club tortonese, guidato da Alberto Meirana ha organizzato una conferenza tenuta da Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, dal titolo “La storia di Tutankhamun a cent’anni dalla scoperta della tomba”. Più di 350 persone, tra cui molti studenti delle scuole superiori tortonesi, si sono assiepate all’esterno della sala in attesa dell’incontro, tanto che il professor Greco ha dovuto concedere il bis, per permettere a tutti di assistere alla sua coinvolgente e appassionata ricostruzione delle vicende legate alla scoperta archeologica che ha cambiato le sorti dell’egittologia. Il relatore ha ripercorso le tappe dell’importante ritrovamento. Nel 1922 quando l’archeologo britannico Howard Carter trovò l’ingresso della tomba di Tutankhamon, nella Valle dei Re. Gli scavi erano iniziati nell’autunno del 1917, ma le scoperte non giustificavano le cospicue spese, tanto che, nell’estate del 1922, Lord Carnavon, finanziatore dell’impresa, era determinato a chiudere ricerca e cantieri. Carter non si arrese e, alle dieci di mattina del 4 novembre 1922 gli operai trovarono un gradino. Quello scalino intagliato nella roccia, si rivelò una rampa di scale che scendeva verso un’apertura rettangolare, chiusa con massi intonacati e sigilli della necropoli. Solo allora Carter si concesse un filo di speranza e da buon inglese, invece di lasciarsi sopraffare dalle emozioni, inviò un telegramma a Lord Carnarvon per annunciare la meravigliosa scoperta nella valle. Quello di Carter è stato l’ultimo grande ritrovamento nella Valle dei Re, seguito solo dalla scoperta di altre tre sepolture e di un impianto artigianale.

La fama di questo luogo si deve senza dubbio alle meraviglie scoperte al suo interno. Seppur visitata almeno due volte dai ladri nell’antichità, la tomba KV62 mantenne il suo corredo funerario pressoché intatto, con più di 5mila oggetti rimasti “sigillati” per oltre tremila anni. «Dallo studio della mummia di Tutankhamon – ha detto Greco – sono emerse moltissime informazioni sulle malattie che affliggevano il faraone e sulle possibili cause della sua morte, che lo colse improvvisamente appena diciottenne». Tutankamun, infatti, fu definito “il faraone bambino”: salì al trono all’età di nove anni, mentre il regno era in un profondo caos dopo la decisione del padre, Akhenaton, di passare dalla religione politeista al culto monoteista di Aton, il dio del sole. Dopo il ritrovamento della tomba e del corredo funerario, la maschera funeraria del faraone, contenente più di 9 chili d’oro, divenne l’emblema stesso dell’Egitto.

Silvia Malaspina

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