Un cammino lungo nove incontri per i futuri educatori di oratorio

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Terminata sabato scorso la Scuola promossa dal Servizio per la Pastorale giovanile. Con don Franco Tassone, don Massimo Bianchi, Ottavio Pirovano e Paola Nalotto

TORTONA – Lo scorso 25 marzo si è concluso l’anno della Scuola diocesana per educatori di oratorio. Il percorso, promosso dal Servizio diocesano per la Pastorale giovanile, si è sviluppato da novembre a marzo, in nove incontri che hanno toccato alcuni moduli formativi di grande interesse: l’identità dell’educatore cristiano, l’annuncio del Vangelo, la progettazione e l’educativa di strada. Nei nove sabati, presso il salone del Seminario diocesano, si sono susseguiti ospiti preziosi che hanno dato spessore teorico alle tematiche affrontate e si sono svolti incontri laboratoriali per sperimentare il lavoro di squadra e l’arricchimento reciproco nello studiare e valutare situazioni concrete.

Il primo modulo si è aperto a novembre, con la lezione tenuta da don Franco Tassone il quale, unendo alla sua vasta conoscenza l’ampia esperienza in ambito educativo, ha tratteggiato il profilo delle attenzioni a cui un educatore è chiamato nelle sue relazioni interpersonali.

Don Massimo Bianchi, parroco della Comunità pastorale “Santa Teresa di Calcutta” a Novi Ligure e Ottavio Pirovano, presidente della Cooperativa “Aquila e Priscilla” di Milano, hanno posto l’attenzione sull’importanza della progettazione in ambito oratoriale e di custodire al centro di ogni itinerario la Parola del Vangelo, anima e cardine di ogni proposta.

I tre incontri di marzo sono stati una sorta di “prima volta” all’interno dell’itinerario della Scuola educatori. Grazie all’aiuto di Paola Nalotto, della Cooperativa “Animagiovane” di Torino, è stata affrontata un’esigenza profonda quella di essere “oratori” in uscita, considerando la strada come luogo formativo.

L’educativa di strada, attraverso fasi teoriche e “piccoli esperimenti”, ha permesso di riconoscere l’elevato valore e l’urgenza di proporre itinerari per incontrare gli adolescenti nei contesti abituali del loro tempo libero, riconoscendo nel rispetto dei tempi e nell’accompagnamento oltre i luoghi istituzionali un’occasione importante per l’oggi.

La partecipazione alla scuola ha coinvolto giovani, religiosi, religiose e adulti, impegnati nelle attività degli oratori diocesani che hanno partecipato in modo costante e serio. Suor Marina e Simona, due partecipanti, hanno raccontato la loro esperienza:

Suor Marina: «Sono stata particolarmente colpita dagli incontri sull’educativa di strada, argomento quanto mai attuale e atteso da una trentina tra educatori e giovani che hanno partecipato attivamente, lasciandosi coinvolgere dalla metodologia teorico-pratica a 360 gradi proposta da Paola Nalotto, membro di “Anima giovane” di Torino.

Gli input forniti sono stati preziosi e arricchenti, talvolta rafforzati dalla comunicazione di storie vissute sul campo in prima persona. La proposta di un eventuale approfondimento nei prossimi mesi è sicuramente da sostenere».

Simona: «Si è conclusa sabato 25 marzo la scuola educatori 2023: nove incontri per parlare di accoglienza, annuncio, progettazione e educativa di strada. In realtà è stata la storia di un corteggiamento. Siamo partiti dal desiderio di incontrare l’altro e di entrare in relazione con lui. La persona che ancora non conosci (sia essa giovane o adulta) è già così tanto importante da essere al centro del tuo pensare e programmare.

Il desiderio ti guida ancora prima dell’incontro: progetti gli spazi e i tempi, programmi un contenuto. Anche nell’animazione di strada: prima cerchi, osservi, immagini il tuo agire nei luoghi in cui ci si potrà incontrare sapendo che dovrai scoprire il canale preferenziale attraverso il quale l’altro ti permetterà di entrare in relazione. Desiderio, organizzazione dell’incontro e poi finalmente l’incontro vero e proprio: veloce, come durante l’animazione di strada o più strutturato, come in oratorio. In ogni caso sarà sempre un incontro che ha al centro l’altro, con un cammino educativo che è un crescere insieme, in cui lo stile – l’animazione – diventa un “animare l’azione” e anche “un’azione che anima”. Desiderio, organizzazione, incontro che ha al centro l’altro: tutto questo ha un’origine che ci riguarda tutti. Siamo immersi nel corteggiamento di Dio e possiamo diventare testimoni del Suo desiderio di incontrare ciascuno di noi: questo è il cuore dell’annuncio che viviamo, questo è il cuore di ogni fraternità».

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