Un Pontefice che più di ogni altro era devoto all’abate irlandese

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In ricordo di Papa Benedetto XVI. Riceviamo e pubblichiamo questo contributo dell’Associazione “Amici di san Colombano per l’Europa”

Sono tre gli interventi di Papa Benedetto XVI su san Colombano nel corso del suo pontificato.

Ultimo in ordine di tempo è quello contenuto nella “Lettera ai Cattolici d’Irlanda” del 19 marzo 2010, attesa in tutto il mondo come prima risposta al grave problema degli abusi nei confronti dei minori di cui si sono macchiati alcuni membri della Chiesa. Il Santo Padre invitando il popolo irlandese ad affrontare “le sfide del momento” e a riflettere “sui contributi generosi, spesso eroici, offerti alla Chiesa e all’umanità dalle passate generazioni”, si affidava all’intercessione dei suoi molti santi e si soffermava sulla grande figura di Colombano perché “la Chiesa in Irlanda superi la presente crisi e ritorni ad essere un testimone convincente della verità e della bontà di Dio onnipotente, rese manifeste nel suo Figlio Gesù Cristo”.

Memorabile poi la catechesi pronunciata in piazza san Pietro l’11 giugno 2008 durante l’Udienza Generale. Dopo due mercoledì dedicati alla figura di san Benedetto, Papa Ratzinger passò subito a delineare, in una mirabile sintesi, la poliedrica figura dell’abate irlandese come nessun Pontefice fece prima di lui in 1400 anni. Ne tracciò brevemente il profilo toccando i tratti peculiari della sua vita, mettendo in luce la portata della sua opera e del suo insegnamento e lo inquadrò principalmente nella dimensione europea dando ragione così alla storia, perché il monaco pellegrino in modo decisivo contribuì alla nascita della moderna Europa.

In questa straordinaria occasione la statura morale e spirituale di Colombano si impose maestosa, come padre del monachesimo, come costruttore dell’identità europea per mezzo della predicazione del Vangelo e fu indicato come uno dei Padri fondatori dell’Europa. Con queste parole molto efficaci Benedetto XVI lo proclamò in qualche modo patrono della nostra Europa: «Con la sua energia spirituale, con la sua fede, è divenuto realmente uno dei padri dell’Europa, che ci mostra ancora oggi dove stanno le radici sulle quali può rinascere questa nostra Europa».

Tutto questo avvenne non per caso, un anno dopo quel 5 giugno 2007 quando una delegazione di Parrocchie di san Colombano, tra cui il sottoscritto di San Colombano al Lambro, don Mario Fara e Luigi Chiesa, rispettivamente parroco e vice sindaco di Canevino sono stati ricevuti dal Segretario di Stato Cardinale Tarcisio Bertone per la consegna dell’Opera Omnia (edita nel 2003 dalla Jaca Book e finanziata dalla Provincia di Milano) da far dono a Papa Benedetto XVI. In quel suo intervento il Papa dimostrò di averle lette e di aver colto l’essenza del messaggio di Colombano.

Il suo primo discorso pubblico su san Colombano Papa Benedetto lo pronunciò il 1° settembre 2006 ad Albano, in occasione dell’incontro con i sacerdoti durante la sua Visita Pastorale alla Diocesi. Era il giorno in cui i sacerdoti nell’ufficio delle letture leggevano un’istruzione di san Colombano. Parlando a braccio, rispondendo alla domanda rivoltagli da P. Giuseppe Zane, vicario ad omnia di 83 anni, su alcuni problemi di vita dei preti, il Santo Padre così si esprimeva: «Oggi abbiamo avuto questo meraviglioso commento di san Colombano su Cristo fonte di “acqua viva” alla quale beviamo. Pregando incontriamo anche le sofferenze del popolo di Dio, oggi. Queste preghiere ci fanno pensare alla vita di ogni giorno e ci guidano all’incontro con la gente di oggi. Ci illuminano in questo incontro, perché in esso non portiamo soltanto la nostra propria, piccola intelligenza, il nostro amore di Dio, ma impariamo, attraverso questa Parola di Dio, anche a portare Dio a loro. Questo essi aspettano: che portiamo loro l’“acqua viva”, della quale parla oggi san Colombano».

Il caro Papa non mancava di menzionare san Colombano a ogni incontro che aveva con Mons. Gianni Ambrosio, che salutava ogni volta come il custode delle spoglie e della memoria dell’abate irlandese. Il vescovo di Piacenza-Bobbio, che fu anche vice presidente della CO.ME.CE, ama spesso ricordare quel colloquio avuto a margine della visita ad limina apostolorum dei vescovi dell’Emilia Romagna. Rivolgendosi a lui il Papa ebbe a dire riguardo Colombano: «Uomo severo che ha favorito l’unità dell’Europa nella fede in Cristo!». Era il 1° febbraio 2013, pochi giorni prima della rinuncia al soglio petrino. Solo qualche giorno più tardi intuimmo come nel trinomio: severità, Europa e fede ci lasciava una sintesi del suo spendersi per la Chiesa lungo gli anni del suo pontificato e che a santi come Benedetto e Colombano si era sempre ispirato.

Papa Benedetto è stato il Pontefice che più di ogni altro, nella storia della Chiesa, riconobbe l’importanza del contributo di Colombano per la civiltà e la storia dell’Europa e accompagnò, sostenne e avvalorò l’impegno che si sta portando avanti nel nome di questa figura chiave a favore di coloro che lavorano in qualunque modo alla costruzione dell’unità dell’Europa e perché le sue radici cristiane non siano rinnegate.

A conferma della sua vicinanza a questa nostra “minoranza creativa” – come Papa Ratzinger amava definire esperienze come la nostra – volle manifestare più concretamente la sua approvazione. Era venerdì 8 febbraio quando il Segretario di Stato mi avvisava telefonicamente, tramite il suo segretario personale, che il Santo Padre accordava per giovedì 28 febbraio alle ore 12.20 un’udienza privata a un gruppo di vescovi sottoscrittori della “petizione di Colombano patrono d’Europa” che avevano così l’occasione di illustrare la richiesta a lui indirizzata e consegnare i registri con le tante firme raccolte a sostegno.

Solo tre giorni dopo il Santo Padre dava l’annuncio della rinuncia al ministero petrino che ha colpito e commosso tutti profondamente. I sentimenti di incredulità e di smarrimento di fronte alla notizia si intrecciavano con i sentimenti di speranza affinché l’impegno di sensibilizzazione attorno alla figura di san Colombano come santo europeo, testimoniato dalle tante firme di vescovi, arcivescovi e cardinali e tante altre autorità, fosse portato per tempo alla sua conoscenza!

Si è sperato che l’incontro avvenisse ugualmente fino a quando, solo una settimana dopo, dalla stessa segreteria vaticana giunse la comunicazione che il cardinal Bertone annullava l’udienza prevista in agenda e che ogni decisione in merito veniva rinviata al nuovo “governo della Chiesa” (la petizione fu poi consegnata a Papa Francesco il 26 marzo 2014 e una nuova petizione il 28 ottobre 2017, n.d.r.).

Questo è stato per noi tutti Papa Benedetto, a lui la riconoscenza e la gratitudine di tutta la famiglia colombaniana!

Mauro Steffenini, Presidente Associazione “Amici di san Colombano per l’Europa” – San Colombano al Lambro

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